Vinnie Colaiuta

Un tamburo al cospetto di Dio

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Vinnie Colaiuta è considerato il batterista più versatile e completo al mondo. Le sue collaborazioni, innumerevoli nei più disparati generi musicali, gli hanno conferito questa meritatissima nomina. Vinnie riesce a suonare con maestria pop, jazz, rock, R&B e molto altro sia live che studio.

Vinnie Colaiuta

Un tamburo al cospetto di Dio


Vinnie Colaiuta è considerato il batterista più versatile e completo al mondo. Le sue collaborazioni, innumerevoli nei più disparati generi musicali, gli hanno conferito questa meritatissima nomina. Vinnie riesce a suonare con maestria pop, jazz, rock, R&B e molto altro sia live che studio.
Dopo aver studiato alla Berklee School of Music ha lavorato con Frank Zappa e suonato con Joni Mitchell. Stabilitosi a Los Angeles dal 1983, Vinnie ha lavorato per sette anni come turnista nei più blasonati studi di registrazione. Nel 1990 torna a calcare i palchi con Sting e nel 1994 registra il suo primo disco a suo nome. Noi abbiamo incontrato il mitico Vinnie Colaiuta di sfuggita, giusto il tempo di regalargli la maglietta di Planet Drum (molto apprezzata dal buon Vinnie come dimostra la foto), ed abbiamo avuto il modo di rivolgergli solo alcune brevi domande alle quali Vinnie ha risposto con simpatia ed entusiasmo, un vero e proprio fiume in piena!

Planet Drum – Allora Vinnie, tu hai la fama di essere il miglior batterista al mondo. Cosa ne pensi?

Vinnie Colaiuta – Che è stato un dono di Dio! Si, Dio mi ha concesso questo dono ed io devo glorificarlo. Sento la necessità di farlo ed avverto il dovere di fare ciò sino a quando Egli mi concederà la forza di farlo. Se poi tutto questo piace anche alle persone che mi chiamano e che mi ascoltano, allora vuol dire che sto facendo la cosa giusta.

Planet Drum – Parlaci del kit con il quale intendi svolgere la tua missione.

Vinnie Colaiuta – Io suono batterie Gretsch, le mie favorite. Vedi, io ritengo che i tamburi siano la mia voce, e come tale essa deve essere eccellente, per questo adoro il connubbio tra Gretsch e Zildjian.
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Planet Drum – Credo che anche i piatti Zildjian facciano, da molto tempo, parte del tuo kit!

Vinnie Colaiuta – Ebbene si, sin dai tempi in cui compravo i piatti! Sono sempre stati i miei favoriti.

Planet Drum – Qual è il tuo kit.

Vinnie Colaiuta – Utilizzo soprattutto la serie A-Custom; Hi Hat da 13″, che possiedo da molto tempo, o 14″; Splash da 8″ o 10″, Crash da 15″ e 17″; Ride da 22″. La serie A è superlativa, hanno una tonalità trasparente che non invade il resto della musica, sono eccezionali.

Planet Drum – Cosa consigli a chi volesse espandere il suo set.

Vinnie Colaiuta – Ovviamente dipende dal tipo di musica che si suona. In generale posso dire che un rullante piccolo ed un Hi Hat piccolo possono già dare dei colori nuovi. Poi posso consigliare almeno uno splash ed un china, ed eventualmente un terzo crash più leggero ma grande da mettere al fianco del ride per un utilizzo con i mallets. Con questo set, in aggiunta a quello posseduto, posso avere il massimo della versatilità.

Planet Drum – Rimanendo in tema di consigli, cosa vorresti dire a chi vuole iniziare questa carriera e a chi, già professionista, volesse emulare le tue gesta?

Vinnie Colaiuta – Innanzi tutto dico che bisogna specializzarsi. Troppi batteristi vorrebbero essere i migliori in tutti i generi contemporaneamente, pop, rock o jazz che sia. Essere dei grandi batteristi non significa suonare una gran quantità di stili. La cosa importante è come vengono suonati. La qualità è quella che conta ed essa viene solo se credi in quello che fai. Se l’unico scopo della vita è quello di fare soldi, di suonare per avere un compenso economico, allora si è fuori strada. Inoltre, consiglio di ascoltare ciò che gli altri musicisti della band fanno e mostrare sicurezza in se stessi senza essere troppo aggressivi.
Per quanto riguarda l’emulazione, direi che sia la cosa più sbagliata. Prendere qualcuno come esempio ed averlo come inspirazione va bene, ma ricordatevi che voi avete un’identità sulla quale dovete lavorare e sarà quella che dovrete offrire al vostro pubblico.

Planet Drum – Però tu stesso hai suonato in moltissime situazioni diverse, nei più disparati generi. Come hai potuto affrontare così diversi stili?

Vinnie Colaiuta – La differenza dei vari generi la si affronta cercando di entrare dentro la musica. In genere io porto il mio kit standard e non cerco effetti speciali da inserire solo per il gusto di farlo. Ancora ricevo chiamate per fare delle registrazioni dove mettere il tocco di Vinnie (“Vinnie stuff”). Ma non funziona così, se il pezzo va bene così, non serve forzare la mano solo per far sentire che nel disco ci suona Vinnie Colaiuta.

 

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Planet Drum – Come ti riscaldi prima di una performance?

Vinnie Colaiuta – In genere sciolgo le mani con dei semplici esercizi sul pad, singles, full stroke singles, doubles. Poi passo alle gambe e mi muovo un pochino facendo un lavoro di punta-tallone, ma non vado oltre, mi è già successo di eccedere ed avere dolori durante lo show.

Planet Drum – Comunque ora ti stai dedicando maggiormente agli studi di registrazione piuttosto che ai tour.

Vinnie Colaiuta – Mi ero stancato di essere sempre in giro, e poi sono tornato a fare ciò che mi piace di più. Io preferisco suonare per la musica e non per dimostrare quello che tecnicamente sono in grado di fare e stupire il pubblico. In studio devi capire cosa serve al pezzo, devi creare musica e pensare a lei e non a ciò che la gente vorrebbe vedermi fare.

Planet Drum – Parlaci della tua esperienza con Sting.

Vinnie Colaiuta – Era un periodo in cui, anche se lavoravo molto, mi mancava una band vera e propria. Così un bel giorno del 1990 mi chiamò Sting ed il giorno dopo ero in Inghilterra. Ricordo che il primo tour durò 14 mesi, un lungo periodo che mi portò a girare tutto il mondo. Ma ero felice, vedi io sono stato un grande fan dei Police e credo che Sting non solo faccia dell’ottima musica, ma che abbia una grandissima personalità. Ricordo con piacere che durante i tour, mentre ti trovavi in una città straniera, venivi chiamato per fare delle rappresentazioni. Una volta Warren Cuccurullo mi chiamò per chiedermi se volevo suonare in un brano dei Duran Duran. Se sei bravo ti chiamano quando sono a conoscenza della tua presenza in una specifica città. Poi ho avvertito la necessità di cambiare aria e di trovare altre cose, così me ne sono andato.

Planet Drum – Parlaci dei tuoi inizi. Dei tempi del Berklee e degli sviluppi successivi.

Vinnie Colaiuta – Come tutti ho suonato sul divano e con i cuscini sistemati come una vera batteria. Poi, affascinato dal fatto che un vicino di casa suonava la batteria, chiesi e ricevetti un kit pro, avevo 14 anni e andai a prendere le prime lezioni. Ascoltavo Beatles, Led Zeppelin, Buddy Risch. Poi iniziai a suonare nella mia città (Brownsville – Pennsylvania) e, oltre che nel mio, suonavo anche nei due stati adiacenti (Ohio e West Virginia). Sentivo parlare della Berklee ed un bel giorno Steve Smith venne a suonare dalle mie parti con la band di Lin Biviano e mi confermò della qualità della scuola. Li ho conosciuto, oltre che a Steve Smith , anche personaggi come Neil Stubenhaus, Mike Stern, John Robinson, Jeff Berlin. Poi ho lavorato per alcuni anni a Boston studiando privatamente e, successivamente, mi trasferì a Los Angeles. Intanto ascoltavo tutti quei batteristi che mi affascinavano e che mi hanno influenzato: Tony Williams, Elvin Jones, Buddy Rich. Continuavo a studiare le varie “frasi”, le intrecciavo, le scambiavo fino ad ottenere quella che m’interessava e suonava meglio. E’ questo il modo di ottenere una propria personalità ed un’identità musicale. Poi, un bel giorno, la svolta. Seppi che Frank Zappa era in cerca di un batterista (ero un suo fan sin dai tempi della scuola) così mi misi in contatto con il manager e, dopo una lunga e caotica audizione, riuscì ad ottenere il posto. In seguito decisi di voler diventare un turnista ed ebbi subito l’opportunità di registrare con una band che si chiamava Pages. Richard Page and Steve George erano nella band, mentre Neil Stubenhaus era il bassista. Nello stesso momento iniziai a registrare anche con Gino Vannelli e dovetti rinunciare al tour che Zappa stava preparando. Il resto è storia nota. Scusatemi ma ho sintetizzato molto per motivi di tempo.

Planet Drum – Che cosa fai in genere per rilassarti in momenti extra musicali?

Vinnie Colaiuta – Non molto, a volte non faccio proprio nulla, altre volte faccio cose comuni, leggo, vado in bicicletta, accarezzo il gatto.

Planet Drum – Con chi avresti voluto suonare e purtroppo non hai potuto farlo?

Vinnie Colaiuta – Questa è una domanda difficile. Sono molti, Miles Davis, Jaco Pastorius, e c’è anche un artista gospel grandissimo, Fred Hammond, il suo album “Pages Of Life” è uno dei miei preferiti.

Planet Drum – Nella tua carriera hai avuto moltissime esperienze d’ogni genere. Qual è quella che ha maggiormente colpito la tua personalità?

Vinnie Colaiuta – Frank Zappa; ero giovane e, preso dal momento, non capivo l’importanza della cosa. Joni Mitchell e Sting, sono altri due grandi artisti e due uomini di qualità. Mi è piaciuto lavorare molto anche con Alan Holdsworth e Chick Corea. Sono onorato e ringrazio il Signore per avermi dato queste opportunità.

Planet Drum – E noi ringraziamo te Vinnie per la cortesia e la simpatia che ci hai dimostrato.

Vinnie Colaiuta – Un saluto a tutti i lettori di Planet Drum.

Categorie: Interviste