Carta Bianca a ROBERTO GATTO
13 marzo Auditorium Parco della Musica – Teatro Studio
viale de Coubertin, 30 – Roma
Roberto Gatto, batteria – Han Bennink, batteria – Dado Moroni, pianoforte “The Thinking Drums”
Per la Stagione 2011 – 2012, la Fondazione Musica per Roma ha deciso di dare carta bianca a uno dei jazzisti italiani più avventurosi e originali che nell’arco della sua carriera ha dato vita a numerose formazioni che hanno iniettato sempre nuova linfa vitale al jazz italiano e internazionale: il batterista romano ROBERTO GATTO.
Carta Bianca a ROBERTO GATTO
13 marzo Auditorium Parco della Musica – Teatro Studio
viale de Coubertin, 30 – Roma
Roberto Gatto, batteria – Han Bennink, batteria – Dado Moroni, pianoforte “The Thinking Drums”
Per la Stagione 2011 – 2012, la Fondazione Musica per Roma ha deciso di dare carta bianca a uno dei jazzisti italiani più avventurosi e originali che nell’arco della sua carriera ha dato vita a numerose formazioni che hanno iniettato sempre nuova linfa vitale al jazz italiano e internazionale: il batterista romano ROBERTO GATTO.
La sua musica è caratterizzata sempre dal desiderio di esplorare i generi più diversi e contaminarli, incontrare e collaborare con altri musicisti, trasmettere emozione e divertimento a chi lo ascolta. I concerti del ciclo Carta Bianca saranno un’occasione unica per ascoltare alcuni tra i progetti più originali del batterista.
“Sono particolarmente felice di presentare questa Carta Bianca all’Auditorium Parco della Musica. Se ne parlava da un po’ e finalmente il progetto è diventato esecutivo. Gli eventi, prevalentemente produzioni originali, che si susseguiranno nel corso della stagione 2011/2012, saranno tre e molto diversi tra loro. Rappresenteranno alcuni dei mondi musicali che ho esplorato in questi anni. La curiosità è stata sempre il motore che mi ha spinto ad esplorare territori molto diversi tra loro e che continua ad alimentare la voglia di rimettermi sempre in gioco.
Il primo appuntamento sarà dedicato all’unico progetto non originale ma che in ogni caso è stato rappresentato a Roma una sola volta ormai diversi anni fa e mai più replicato. ”Progressivamente” un doveroso omaggio al Progressive rock, che parallelamente al Jazz ha accompagnato la mia crescita musicale all’inizio degli anni 70. Un modo per poter divagare in chiave “jazzistica” nel repertorio di alcuni dei gruppi storici di quel genere e un occasione per far riascoltare al pubblico uno degli esperimenti, a mio avviso più riusciti di questi ultimi anni in compagnia di una super band comprendente John de Leo, Fabrizio Bosso, Maurizio Giammarco, Roberto Rossi, Roberto Cecchetto, Francesco Puglisi, e Luca Mannutza.
Il secondo appuntamento (13 marzo) sarà dedicato alla batteria come strumento pensante. Sono stati organizzati sin dai primi anni 50 Drum Contest che venivano presentati come delle vere e proprie sfide. Mi vengono in mente delle Drum Battle tra Elvin Jones e Ginger Baker oppure Buddy Rich e Gene Krupa. Max Roach e Buddy Rich ecc. Personalmente pur amando in modo incondizionato il mio strumento sono stato sempre un po’ scettico su questo genere di esperimenti e al contrario non ho condiviso il modo in cui spesso è stato rappresentato il mondo della batteria. Uno strumento del quale viene colto quasi esclusivamente l’aspetto legato alla tecnica e al virtuosismo non approfondendo invece molti degli aspetti più propriamente musicali. Non si tratterà di rievocare una di quelle Drum Battle ma sarà semplicemente una serata in cui avrò il piacere di dividere il palco con uno dei percussionisti più creativi della scena mondiale: Han Bennink, musicista a 360 gradi, che nella sua carriera ha suonato con alcuni dei giganti della storia del jazz, Eric Dolphy, Wes Montgomery, Sonny Rollins, Dexter Gordon, oltre ad essere diventato sin dall’inizio degli anni ’60 un faro nell’ambito della musica improvvisata. Considero Han un vero artista e un caposcuola. Uno dei musicisti più intelligenti e visionari. Un esempio di creatività torrenziale, libero da qualsiasi schema. Sarà un piacere per me poter dialogare e fare musica con lui, esplorando gli aspetti più nascosti di questo magnifico strumento. Durante la serata si unirà a noi in un inedita performance, uno dei più acclamati talenti pianistici italiani: Dado Moroni, che coinvolgeremo in un happening all’insegna dell’estemporaneità.
Il terzo appuntamento (11 aprile) sarà dedicato al grande jazz degli standard e non solo, con ospite uno dei più apprezzati chitarristi della scena Newyorkese: Peter Bernstein. Abilissimo strumentista, profondo conoscitore del linguaggio jazzistico della tradizione,ma anche un musicista molto attento alle nuove tendenze musicali della scena contemporanea. Recentemente ha realizzato un bellissimo cd dedicato alla musica di Thelonius Monk. Strumentista molto richiesto, oltre ai suoi progetti fa parte del trio del grande organista Dr. Lonnie Smith, ha collaborato ed inciso dischi come leader insieme Brad Mehldau, Joshua Redman, Jimmy Cobb, Diane Krall, Joe Lovano e da poco più di un anno Sonny Rollins lo ha chiamato stabilmente nel suo gruppo. A completare il trio un grande amico e uno dei migliori contrabbassisti sulla scena ormai da anni: Rosario Bonaccorso, già mio collaboratore in molti altri progetti. Compositore e musicista dotato di grande sensibilità,sicuramente uno dei partner ideali soprattutto in una formazione dove uno degli aspetti più importanti sarà proprio L’Interplay.”
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