Dream Theater a Rock in Roma 2011
Sembrava veramente impossibile pensare ai Dream Theater senza Mike Portnoy, ma il concerto d’esordio del suo sostituto avvenuto a Roma il 4 luglio, ha dato un responso ben diverso.
A pochi giorni dall’evento che tutti i fan dei Dream Theater aspettavamo con trepidazione, ansia e tante aspettative, con molta curiosità ma anche con un leggero timore (la prima data della band con il nuovo batterista, il grande Mike Mangini che è andato a sostituire l’imponente e ingombrante figura del membro fondatore dei Dream Theater Mike Portnoy avvenuta, orma,i a settembre dello scorso anno) ha dimostrato quanto questo grande personaggio abbia preso a cuore il progetto Dream Theater e con quanta umiltà si sia avvicinato a questa band.
Dream Theater a Rock in Roma 2011
Sembrava veramente impossibile pensare ai Dream Theater senza Mike Portnoy, ma il concerto d’esordio del suo sostituto avvenuto a Roma il 4 luglio, ha dato un responso ben diverso.
A pochi giorni dall’evento che tutti i fan dei Dream Theater aspettavamo con trepidazione, ansia e tante aspettative, con molta curiosità ma anche con un leggero timore (la prima data della band con il nuovo batterista, il grande Mike Mangini che è andato a sostituire l’imponente e ingombrante figura del membro fondatore dei Dream Theater Mike Portnoy avvenuta, orma,i a settembre dello scorso anno) ha dimostrato quanto questo grande personaggio abbia preso a cuore il progetto Dream Theater e con quanta umiltà si sia avvicinato a questa band. L’esecuzione dei brani è stata impeccabile e priva di qualsiasi libera interpretazione, segno di rispetto per Portnoy. Mangini ha addirittura eseguito i fill esattamente come l’originale segno che, probabilmente, questa sia stata una scelta dettata direttamente da Petrucci & Company con il preciso intento di mantenere il più possibile intatta la natura dei brani.
Tutti conosco molto bene il drumming di Mike Portnoy, contraddistinto da potenza e precisione, e non è assurdo stabilire che proprio Mike Portnoy sia stato l’iniziatore della tecnica propria del metal-progressive che ha ispirato molti batteristi moderni.
Che Mangini fosse un degno successore di Portnoy, però, lo si poteva immaginare e lo abbiamo potuto notare già durante le prime battute del concerto, l’unico appunto da fare è che un personaggio del calibro di Mangini poteva avere un po’ più di libertà espressiva.
La band ha aperto il concerto con “Under the glass moon” contenuta nell’album “Images and words“ del 1992 che è servita per rompere il ghiaccio trasformando la tensione in sicurezza e in un’incredibile energia del batterista.
Quello che si è potuto notare nell’immediato è stata la strepitosa tecnica di Mangini che, unita ad un controllo eccellente, ha avuto modo di sbalordire il pubblico durante un solo nella prima metà del concerto.
Verso la fine del concerto la band ha eseguito il nuovo singolo “On the backs of angels” del disco che uscirà il 13 settembre di quest’anno e che cercherà di dare una ventata di puro metal-progressive, caratterizzato da obbligati caratteristici della band ma addolcito da melodie di chitarra che ci fanno dimenticare le sonorità metal e power che hanno contraddistinto gli ultimi lavori e che ci fanno quasi ricordare quelle del primissimo “When dream and day unite” del 1989. Potremmo quindi affermare che Portnoy era sicuramente l’anima più metal e power mentre Petrucci quella più legata al progressive.
Il drumming di Mangini è stato impeccabile deciso e fedele ai dischi, ma inevitabilmente “turnistico”. Lo show di Portnoy, l’energia e la spettacolarità durante i precedenti live sono imparagonabili, spettacoli pieni di quell’amalgama, di quell’alchimia e di quel vissuto che solo una band che suona, lavora e vive insieme da più di venti anni può arrivare ad avere.
A fine concerto, terminato con la splendida “Learning to live”, contenuta sempre nell’album “Images and words“, Mike Mangini è sceso dalla pedana della batteria insieme alla band che lo abbracciava commossa, ma quanti avranno pensato a Mike Portnoy che terminava lo show in accappatoio e lanciava bacchette?
Aspettiamo tutti il nuovo disco che non poteva intitolarsi: “A dramatic turn of events”.
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