Pat Torpey “Take Cover” groove
Lo scorso 7 febbraio all’eta di 64 anni è morto il batterista e fondatore dei Mr. Big Pat Torpey a causa delle complicazioni derivanti dal morbo di Parkinson. In questa lezione Michele Panepinto effettua un’attenta e scrupolosa analisi del groove “Take Cover”
Pat Torpey “Take Cover” groove
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Lo scorso 7 febbraio all’eta di 64 anni è morto il batterista e fondatore dei Mr. Big Pat Torpey a causa delle complicazioni derivanti dal morbo di Parkinson. In questa lezione Michele Panepinto effettua un’attenta e scrupolosa analisi del groove “Take Cover”
Lo scorso 7 febbraio all’eta di 64 anni è morto il batterista e fondatore dei Mr. Big Pat Torpey a causa delle complicazioni derivanti dal morbo di Parkinson, malattia che gli era stata diagnosticata già dal 2014. Nonostante la gravità del suo stato di salute, il musicista ha cercato di trovare le forze per non abbandonare mai la band e i suoi compagni, continuando a suonare con i Mr. Big contribuendo alle percussioni e come seconda voce. A darne l’annuncio è stata la stessa band attraverso un toccante post pubblicato su twitter, e noi di Planet Drum vogliamo rendergli omaggio ricordandolo ancora una volta come uno dei drummer più seguiti e ammirati della genia rock degli anni ottanta/novanta, merito delle sue clinic-show e del suo tocco magico in grado di mettere d’accordo intere generazioni di batteristi.
Col senno di poi, i Mr Big rappresentano una pietra miliare nel rock degli ultimi 30 anni. E pensare che all’inizio della loro avventura (siamo nel lontano 1988), erano in molti a considerarli soltanto un supergruppo destinato a scomparire dopo il primo album. All’epoca infatti tutte le attenzioni della stampa erano riservate ai Blue Murder, trio composto da Carmine Appice alla batteria, Tony Franklin al basso e John Sykes alla chitarra. E invece furono proprio quest’ultimi ad arenarsi nell’indifferenza generale dopo il primo album e permettere ai Mr. Big di avviarsi verso la gloria, apprezzati sempre di più dalla critica.
Per tutti gli anni novanta, dominati come sappiamo dal minimalismo sonoro e dalla “fine del rock” (così la pensavano molti musicisti della scena), i Mr. Big hanno rappresentato la vitalità del rock classico, suonato da musicisti eccezionali, unici eredi della grande scuola degli anni settanta.
Stiamo parlando, insomma, di una delle poche band ad aver scritto negli ultimi decenni dei grandi classici del rock, riproposti e citati da migliaia di musicisti in tutto il mondo, e Pat Torpey, grazie al suo talento e alla sua grande versatilità, ne è sempre stato al timone.
Pat, classe 1953, venne alla ribalta a metà degli anni Ottanta, suonando prima in diversi spettacoli televisivi e poi prestando i suoi servizi a John Parr e Belinda Carlise. In seguito venne scoperto da Bobby Columby (ex batterista e produttore per la Columbia), che lo ingaggiò nei The Knack presentandolo a Billy Sheehan. Fu proprio quest’ultimo a volerlo in pianta stabile nei neonati Mr. Big che, in breve tempo, diventarono il gruppo più venduto degli anni novanta in Giappone e conquistarono addirittura il disco di platino negli USA per “Lean Into It” del 1991.
Lo Stile
Pat Torpey è un batterista versatile e completo, e parallelamente alla carriera con i Mr. Big si è conquistato una fama tutta personale in virtù delle sue clinic didattiche spettacolari e seguitissime (basti pensare che in Oriente si esibisce in teatri di grandi dimensioni quasi sempre del tutto esauriti), e di una capacità straordinaria di muoversi all’interno di diversi generi musicali, passando dall’impugnatura classicamente rock alla “matched” con totale indifferenza. Pat è stato da sempre un musicista appassionato che ha studiato tutti gli aspetti del drum playing focalizzandosi su marching band, jazz, big band, latin, ecc. Inoltre è stato un grande fan di Buddy Rich e Tony Williams e da innamorato della musica ha continuato a studiare e ascoltare tutta la musica indipendentemente dal genere musicale.
Durante la sua carriera ha anche registrato due album da solista, “Odd Man Out” del 1998 e “Y2K” del 1999, e intrapreso diversi tour con artisti del calibro di Robert Plant, David Lee Roth, Richie Kozen, The Knack, ecc, consolidando la sua fama e attestandosi come uno dei migliori drummer al mondo. Ha anche pubblicato due metodi didattici per batteria, “Big Drums” (con la partecipazione di Billy Sheehan) e “Rock Groove Drumming”. E’ proprio dal suo metodo “Rock Groove Drumming” che voglio parlarvi di un meraviglioso linear groove tratto dalla canzone “Take Cover”, pubblicata nel 1996 nell’album “Hey Man”. “Take Cover” è un ottimo esempio di un groove molto più complesso di quello che appare al primo ascolto. Eppure è progettato per supportare la melodia vocale. Il nucleo del groove è costruito attorno a un modello lineare tra cassa, rullante e timpano, dove l’hi-hat è impegnato a seguire una figurazione in ottavi suonati con il piede. Secondo quando riferito dallo stesso Pat, il groove in realtà è stato creato dal chitarrista Paul Gilbert. Se vi ci vorrà un po’ per padroneggiarlo e renderlo musicale non sentitevi male. Pat stesso ammette di aver speso alcune ore al giorno per circa una settimana per prepararlo in studio.
Analisi
Inizieremo spezzando il groove nelle sue singole parti per poi combinare gli arti per creare il modello completo. Partiamo con la parte di cassa e rullante: questo modello rimane costante per tutta la canzone.
Ex 1
Aggiungiamo l’hi-hat suonando una serie di ottavi con la punta del piede sinistro, ricordando di essere il più precisi possibile durante l’esecuzione.
Ex 2
Ora diamo un’occhiata alla parte suonata dal timpano. Se analizziamo attentamente questo tappeto possiamo notare che ogni singola nota suonata andrà a riempire i sedicesimi lasciati vuoti da cassa e rullante negli esercizi precedenti.
EX 3
Adesso suoniamo l’intera frase ma senza l’utilizzo dei charleston, dedicandoci soltanto agli incastri tra cassa, rullante e timpano.
Ex 4
Finalmente possiamo suonare l’esercizio completo.
Ex 5
L’unica variazione si verifica dopo la sezione del solo. Il modello del tappeto suonato sul timpano si sposta sulla campana del ride, ma con una serie di note accentate e non accentate.
Ex 6
Un’altra possibile variante potrebbe essere quella di cambiare le parti di cassa e del tappeto del timpano.
Ex 7
Pat interpreta un groove simile nella canzone “Spit It Out”, presente all’interno del suo album solista del 1998, “Odd Man Out”.
Mi raccomando divertitevi, rimanete rilassati e mantenete le note coerenti.
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