Alessio Spallarossa
Dai Sadist ai… Sadist

 

AlessioSpallarossa2009
Emiliano Cantiano – Quando hai iniziato a suonare la batteria e con chi hai iniziato il tuo percorso di studio?

Alessio Spallarossa – Ho iniziato a suonare all’ età di 16 anni, come ogni buon metallaro ovviamente da autodidatta, solo alcuni anni più tardi ho capito l’importanza dello studio e ho cominciato a prendere lezioni da diversi insegnanti tra i quali Walter Calloni, Dado Sezzi e Mario Della Casa (Ricchi e Poveri).

E.C. – Quali sono stati e quali sono attualmente i batteristi che influenzano di più il tuo stile?

A.S. – Attualmente non c’è un batterista particolare al quale mi ispiro, ce ne sono troppi e mostruosamente bravi, quindi a volte penso di perdere del tempo e personalità a cercare di emulare queste bestie sovra naturali. Agli esordi comunque il mio idolo era Nicko Mcbrain.

E.C. – Qual’è il tuo attuale percorso di studio?

A.S. – Rudimenti a nausea, cura del suono e indipendenza con gli arti inferiori.

E.C. – Qual’è il tuo warm-up prima di una esibizione

A.S. – Ll live? (risate)
In realtà non esiste nessun warm-up per il live, si prova e si riprova sino allo sfinimento, cercando di capire quali emozioni possono avere effetto sulla gente, la percezione reale di quanto accadrà, non è poi cosi semplice da prevedere.

E.C. – Parlando di live raccontaci l’esperienza di aver condiviso il palco con gli Iron Maiden qui a Roma allo Stadio Olimpico.

A.S. – Premettendo che siamo stati i primi ad aprire il concerto ed eravamo sotto il sole estivo, come se non bastasse ne venivo da una malattia infettiva, è stata un esperienza unica irripetibile sottolineando che i Maiden erano la mia ragione di vita.

E.C. – Come ti prepari al lavoro in studio?

A.S. – Tolta la stesura dei pezzi, scritta e collaudata, provata e riprovata, cerco di arrivare in fase di registrazione il più rilassato possibile, ogni track dovrebbe non richiedere più di tre take ciascuna, altrimenti si rischia lo stress psicologico più che fisico.

E.C. – Rimanendo in tema di “studio recording” state preparando qualcosa di nuovo coi Sadist?

A.S. – Si, stiamo tirando giù i brani del nuovo disco. Ma il lavoro procede un po’ a rilento.

E.C. – Che tipo di accordatura scegli per le tue pelli?

A.S. – Dipende, in registrazione preferisco usare delle pelli sabbiate x valorizzare la nota del fusto ed avere più suono, in modo che poi si possa lavorare con più tranquillità in fase di mixaggio. Dal vivo, invece, preferisco pelli più scure e un po’ più pesanti, questo per amalgamare di più il suono con quello della band, dato che in live siamo sempre più pesanti che su disco.

E.C. – Hai un drumkit molto particolare e bello da vedere, con delle splendide finiture puoi descrivercelo e spiegarci la disposizione dei fusti?

A.S. – Innanzitutto grazie del complimento, ho studiato apposta la grafica della batteria in modo che fosse accattivante. Il set era composto da una cassa 22 x 20 e l’altra da 20 x 18, tom da 8 x 8 e 10 x 9, timpano da 14 x 16 e rullante da 13 x 5.
Per i piatti invece montavo 4 crash un 15”, un 16” e due 17”; ride da 22”; china da 16” e 18”; due charly da 13” e 10”; ice bell da 8”; splash da 8” e 10”; poi un’unità elettronica di campionamento/percussiva . Parlo al plurale perchè il set, in questo preciso istante, sta cambiando nuovamente, a parte il fatto che mi piace sperimentare cose nuove. Il set che ho descritto era un po’ scomodo, soprattutto nella sezione dei pedali.

E.C. – Come regoli le molle dei tuoi pedali?

A.S. – Sono abituato a tenere le molle abbastanza tese visto il genere che faccio, cosi ho una risposta più veloce. I pattern che di solito eseguo richiedono questo tipo di regolazione.

E.C. – Ogni quanto cambi le pelli durante un tour?

A.S. – Se non sono del tutto usurate o addirittura rotte direi quasi mai. Nei festival, molte volte si suona su batterie diverse, quindi non si ha nemmeno la voglia di cambiarle. Ricordiamoci che facendo metal, che è per antonomasia il genere con mancanza di dinamica, l’importanza più grossa è quella di avere un buon fonico.

E.C. – Quali credi che siano i punti di forza del tuo drumming?

A.S. – Non saprei e non spetta di certo a me dirlo, penso forse il tiro e il suono ….

E.C. – Quali credi che siano le qualità che un buon batterista metal debba avere?

A.S. – Il tempo è sottointeso! Poi la ricerca della propria identità artistica e lo sviluppo del suono. Dopo di che tanto orecchio per ascoltare tutta la band e non solo se stessi.

E.C. – Il pattern preferito che hai registrato e che esegui più volte dal vivo?

A.S. – Uno di quelli che mi piace di più è il pattern del primo singolo dell’ultimo album “Tearing Away”, in quel pezzo eseguo su un 7/8, un ostinato sul ride e un raddoppio di cassa alla fine di ogni pattern. Penso sia simpatico e divertente da suonare.

E.C. – Parlaci delle tue esperienze con i Sadist, come sei entrato a far parte della band?

AlessioSpallarossa2009_homeA.S. – Sono entrato nella band nel ’97, 12 anni fa, all’epoca avevo 20 anni, a parte essere il più giovane, ero anche il più inesperto a livello di esibizioni live e studio, quindi puoi capire il mio stato d’animo nel presentarmi per un provino di fronte ad alcuni dei migliori musicisti nel mondo del metal italiano. Alla fine però si sono rivelati, oltre che degli ottimi musicisti e umili persone, anche un’ottima famiglia con cui ho condiviso migliaia di momenti soprattutto al di fuori della band, e mi sento di dire che una delle nostre forze più grosse, sia il fatto di aver trovato una vera famiglia all’interno di un rapporto artistico/lavorativo. Non potevo chiedere di meglio.

E.C. – Insegni?

A.S. – Si, quando ho il tempo molto volentieri, al di là del lato economico, che in questi periodi non è un dato da trascurare. Insegnare ai ragazzi, che come me hanno una gran passione del proprio strumento, mi da grandi stimoli ed oltretutto da il modo di migliorarsi sempre più.

E.C. – Qual’è il tuo rapporto con gli allievi?

A.S. – Spero buono. Riconosco pero di essere abbastanza bacchettone su alcune cose.

E.C. – Quale strumentazione utilizzi?

A.S. – Per l’ultimo disco mi sono fatto personalizzare una batteria da una ditta del nord italia , ottimi fusti, adattissimi per il genere che suono, pedali e hardware, prodotti delle marche più famose e come piatti, avendo l’endorsement UFIP, uso la serie “Bionic Series”.

E.C. – Quali sono i tuoi dischi preferiti, quelli che ti hanno fatto innamorare della batteria?

A.S. – Ce ne sono a bizzeffe, a parte i primi dischi dei Maiden, quando entrò Nicko Mcbrain. Due delle pietre miliari che hanno contribuito a farmi innamorare sempre di più del mio strumento sono senza ombra di dubbio “Individual Thougth Patterns” dei Death e “Focus” dei Cynic.

E.C. – Un consiglio da dare ai batteristi che studiano e che vogliono intraprendere il lavoro di metal drummer?

A.S. – Come dicono tutti gli insegnanti: …studiate, studiate, studiate! …e tanta, tanta pazienza.

E.C. – E’stato un piacere averti ospite qui a Planet Drum Alessio speriamo di rivederti presto!

A.S. – Grazie a te, rispondere alle tue domande è stato un piacere. Un saluto a tutti i lettori di Planet Drum.

Per info e contatti su Alessio:
www.myspace.com/alessiosadist
ww.myspace.com/sadistribe