Alex Elena
Schietto, diretto e simpatico. Ideologicamente possiamo definire Alex Elena il meno italiano dei batteristi italiani, grazie anche alle sue esperienze all’estero che lo hanno influenzato molto e lo hanno reso forte e sicuro dei suoi mezzi… e i risultati gli danno ragione.
Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda sulla sua vita da musicista e sulle sue interessantissime esperienze, vediamo cosa ha da dirci.
Alex Elena
Schietto, diretto e simpatico. Ideologicamente possiamo definire Alex Elena il meno italiano dei batteristi italiani, grazie anche alle sue esperienze all’estero che lo hanno influenzato molto e lo hanno reso forte e sicuro dei suoi mezzi… e i risultati gli danno ragione.
Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo fatto qualche domanda sulla sua vita da musicista e sulle sue interessantissime esperienze, vediamo cosa ha da dirci.
Planet Drum – Allora Alex, innanzi tutto ben venuto su Planet Drum, spero tu abbia il tempo di rileggere questa tua intervista e scriverci le tue impressioni. Iniziamo con un classico delle domande: puoi riassumere sinteticamente i momenti fondamentali della tua carriera?
Alex Elena – Un momento fondamentale della mia carriera che ha decisamente cambiato la mia personalità, come batterista e homo sapiens, è stato trasferirmi all’estero. Mi ha insegnato molto e aperto gli occhi verso una realtà che purtroppo non esiste in Italia.
Planet Drum – Come e quando hai iniziato a suonare?
Alex Elena – Ho cominciato a suonare improvvisando con mio padre Claudio e i suoi amici musicisti quando avevo tre o quattro anni. Avevamo una sala prove in casa e la musica era l’ingrediente principale della nostra vita. Televisione zero …musica a palla…. Ho frequentato la “scuola popolare di musica” di Donna Olimpia dai cinque ai tredici anni. Due anni di piano e sei di batteria.
Planet Drum – Qual è stata la tua prima batteria?
Alex Elena – La mia prima batteria (quella che tutt’ora uso) è stata una Ludwig del 1968 che mio nonno comprò per mio padre (look pisicadelicooo). E suona da paura. Se quella batteria potesse raccontare tutto ciò che ha visto la farebbe lei l’intervista! Ogni volta che la suono mi ricorda mio padre con gli occhi chiusi immerso nel suo mondo di note e fills ed io bambino che lo guardavo pensando: “quando cresco vojo fa quello pure io…….” Casa è stata fondamentalmente la mia scuola di musica: madre artista, padre batterista e una marea di musicisti con cui improvvisare tutti i giorni e con cui ascoltare tipi di musica interessante e sopratutto” non italiana”.
Planet Drum – Purtroppo questi sono dei luoghi comuni che fortunatamente non sempre sono veri.
Dicci qualche cosa sul tuo drum-set?
Alex Elena – Come ti ho detto prima il mio set è una Ludwig del 68 un tom da 30, un timpano da 36 ed una cassa. Suono anche il basso molto bene, (è il mio secondo strumento) la chitarra, il piano… insomma un pò di tutto.
Planet Drum – Per te gli strumenti elettronici sono parte integrante di un set oppure sei contrario?
Alex Elena – Gli strumenti elettronici non mi fanno impazzire. Però se usati in un certo modo sono fenomenali. Uno dei miei punti forti è (in studio) quello di far suonare un kit normale come uno elettronico (34527 effetti e lenzuoli sul rullante) mantenendo un feel umano. Lavoro molto con l’M.P.C. 2000, lo trovo molto versatile.
Planet Drum – So che attualmente sei molto attivo, su quali progetti stai lavorando ora?
Alex Elena – Ho appena finito di registrare e produrre, con Daniele Macchi, il disco degli Zoo di Venere (di cui Daniele è il chitarrista e autore), un progetto super interessante dalle sonorità singolari per il mercato italiano e dai testi che raccontano delle storie a sfondo “Battistiano”. Le ritmiche sono state registrate live (il bassista è Mark Cevallos con cui lavoro spesso qui a New York) e su alcune delle canzoni si fa fatica a capire se la batteria è una batteria o è un loop. Lavorare con Daniele è stato un sogno. Ci siamo conosciuti a Londra quando io avevo 17 anni e solo 11 anni dopo siamo finalmente riusciti a fare un disco insieme. Questo lavoro non passerà inosservato.
Inoltre sto finendo di registrare un album con Adam Holzman (ex Miles Davis) qui a New York. Ho scritto il 40 % del materiale e sto curando la produzione artistica.
Altre cose? Ho registrato per Avril Lavigne tre pezzi sull’album che ha appena raggiunto i 10 milioni di copie, Lucy Westword (Atlantic records), James Taylor (Breast Cancer Society comp. album) Belinda Carlyle, Fil Eislar (ex Robbie Williams), Bruce Dickinson, (Iron Maiden), Nyquill, (prodotto da John Sickett, Sonich Youth Phish), Dirty Harry (prodotto dal leggendario Youh, The verve Killing Joke), Deborah Gibson….John Friar (produttore dei N.I.N) Jack Endino (Nirvana), ecc. ecc.
Planet Drum – Al momento personalmente cosa stai facendo?
Alex Elena – Adesso sto scrivendo e producendo canzoni per dei Rappers di New York. Sono giovani e dal talento strepitoso. Sto continuando a lavorare con la mia ragazza (Imani Coppola) che è una multistrumentistaviolinistacantante fenomenale. Dovremmo concludere un contratto discografico nei prossimi due mesi.
Planet Drum – Sbaglio o sei molto attivo anche nella didattica?
Alex Elena – No, non sbagli affatto.
Planet Drum – Allora puoi spiegarci qual’è il tuo metodo di insegnamento?
Alex Elena – Il mio metodo di insegnamento è principalmente una guida all’ascolto e all’improvvisazione. Il groove è per me la cosa più importante. Le rullate sono per i musicisti…..e suonare con persone più brave di te da cui puoi imparare è fondamentale……
Planet Drum – Quali sono stati i punti di riferimento della tua carriera e quali batteristi ti hanno maggiormente influenzato?
Alex Elena – Il batterista che mi ha influenzato di più è stato mio padre. Poi Billy Cobham con cui ho fatto un seminario quando avevo 13 anni. Certamente John Bonham e la maggior parte dei batteristi Motown degli anni60 e 70. Non ci scordiamo che tutto ciò che groova al giorno d’oggi viene da quell’era. Batteristi tipo Dave Weckl non mi fanno impazzire. La musica è un insieme di emozioni non è solamente tecnica.
Planet Drum – Quali sono state le tue fonti di ispirazione?
Alex Elena – Fonti di ispirazione…I Beatles, leggere e sicuramente viaggiare. Più esperienze uno fa e più colorato sarà il modo di suonare.
Planet Drum – Che tipo di batterista ti definisci?
Alex Elena – Non mi considero solo un batterista ma un musicista. A Funky one.
Planet Drum – Preferisci suonare in studio o live?
Alex Elena – Mi piace lavorare in studio quando il lavoro è creativo e la produzione artistica è interessante altrimenti mi rompo le scatole.
La stessa cosa dal vivo. Ho suonato davanti a 45000 persone e non vedevo l’ora di andare perché l’artista con cui suonavo era patetico…non facciamo nomi.
Planet Drum – Usi tecniche particolari per l’accordatura della tua batteria?
Alex Elena – Non ho metodi particolari per accordare la batteria. Uso le orecchie e spesso metto delle coperte sul rullante o i toms per farli suonare come un loop. The stranger the better.
Planet Drum – Cosa suggerisci ad un giovane per poter apprendere la professione di batterista?
Alex Elena – Ai giovani batteristi vorrei dire di non sentire cattiva musica altrimenti vi rovinate le orecchie a vita e se poi venite all’estero non LAVORATE. Sono capaci tutti a fare le rullate ma quando si tratta di tenere lo stesso groove e farlo girare. Viaggiate molto, uscite di casa, leggete e ricordate: se non viene dal cuore non groova!
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