Bill Bruford – Autobiografia alla Batteria
“Autobiografia alla Batteria” di Bill Bruford è un libro scritto con la stessa premura e la cura che ha esemplificato la sua stessa carriera di musicista. Egli offre un’analisi molto intelligente della storia dell’industria musicale dai bei tempi degli anni ’60 e ’70 fino all’attuale situazione di totalitarismo culturale.
Bill Bruford – Autobiografia alla Batteria
Bill Bruford ha annunciato il suo ritiro e, a quanto pare durante la stessa settimana, ha pubblicato questo libro.
“Autobiografia alla Batteria” di Bill Bruford è un libro scritto con la stessa premura e la cura che ha esemplificato la sua stessa carriera di musicista. Egli offre un’analisi molto intelligente della storia dell’industria musicale dai bei tempi degli anni ’60 e ’70 fino all’attuale situazione di totalitarismo culturale.
Ma cos’è allora questo libro? È davvero una autobiografia? Beh, sì e no. Bruford scrive della sua intera carriera, ma non nel modo convenzionale stile nascita-scuola-lavoro-carriera-ritiro. Egli, come per il suo drumming, non si accontenta di parlare solo dal punto di vista del ritmo ma, possedendo un milione di storie, avendo collezionato più di 40 anni di album, tour, saltellando da gruppo a gruppo fino a diventare imprenditore di se stesso, egli si cimenta in un vero e proprio one man show. E tutto questo lo racconta con estrema semplicità e schiettezza!
Questo libro è la cosa più intima che gli ammiratori di Mr. B avrebbero mai potuto ottenere. Seduti su un tavolino di un Bar di fronte a Bill, con una buona tazza di caffè in mano, si ottengono da lui risposte a tutte quelle domande che hanno cercato risposte per decenni. Domande piccanti che non si avrebbe mai il coraggio di porre. In altre parole, la lettura di questo libro, per certi versi, è un po’ come giocare senza correre alcun rischio: si ottiene molta soddisfazione senza il rischio di precipitare perdendo la posta in gioco.
Tenete a mente che nonostante le oltre 300 pagine, la lettura può risultare breve e non esaustiva. Molti episodi di in una così grande carriera sembrano, infatti, essere liquidati decisamente troppo in fretta, considerando l’enorme influenza che hanno avuto nella storia della musica. Gli anni con gli YES e i KC occupano probabilmente non più di 20 pagine o poco più ciascuna (anche se non contemplati in ordine strettamente cronologico) lasciando un pizzico di insoddisfazione nel lettore. Ma questo non è davvero un documento dettagliato del suo rapporto con gli altri musicisti. È molto più un arguto saggio, un libro divertente scritto dal punto di vista di Bill illustrando riflessioni su vari aspetti dell’essere un musicista. Non aspettativi di leggere un resoconto dettagliato di ciò che è accaduto durante le registrazioni di “Larks Tongues”, o dei rapporti intimi e scontri con Chris Squire.
Anche se apprezzo l’obiettività del suo approccio, avrei preferito di più vedere Bill concentrano sul lato emotivo della sua carriera piuttosto che sugli aspetti tecnici, ma questo è un difetto minore.
Dopo tutto l’autobiografia è piacevole (soprattutto per un musicista appassionato del mondo della musica).
I capitoli del libro sono presentati come delle risposte alle domande frequenti che Bill ha ricevuto durante la sua intera carriera.
Non molti di questi capitoli vanno in profondità sull’argomento trattato, e in effetti alcuni dei titoli dei capitoli in realtà non hanno nulla a che fare con il contenuto effettivo. Ad esempio, uno di questi capitoli (“Vedi ancora gli altri?”) ha una serie di riflessioni molto divertenti ma non contiene praticamente nulla di questo argomento particolare.
Quindi, se si è fan di una di queste bands di cui sopra e se si è interessati nel processo attraverso cui la musica è stata e viene creata allora consiglio di prendere questo libro … vale ogni centesimo speso.
Se si è in cerca di roba da soap-opera allora ignoratelo pure, ma resterà pur sempre un libro molto divertente da leggere.
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