Cari amici,
nonostante l’evidente emergenza che coinvolge tutto il paese, molti di noi si stanno rimboccando le maniche per cercare di non cedere un solo centimetro all’ennesima crisi che ci troviamo ad affrontare.
Come avrete avuto modo di vedere noi non ci siamo fermati un solo giorno, abbiamo i mezzi per rimanere sempre in contatto con voi e le competenze per poter lavorare ovunque. Ora è urgente salvaguardare tutti, dalle piccole imprese ai professionisti, dai free lance ai musicisti fino alle aziende di grandi dimensioni, nessuno è esente dal rischio débâcle.
Certo tutti confidiamo in un intervento dello Stato attraverso l’istituzione di ammortizzatori sociali, sgravi fiscali e congelamento di debiti e imposte, ma dobbiamo essere noi a metterci in vetrina per sensibilizzare e sollecitare un sistema troppo impegnato a risolvere altre questioni. Diamo voce ai nostri pensieri e alle nostre esigenze e, seppur limitati negli spostamenti e nelle relazioni interpersonali, continuiamo a farci sentire, ad informare, a promuovere la musica. Molti artisti si sono mobilitati attraverso i social proponendo live via web e noi stessi abbiamo mantenuto alto il livello di informazione continuando a scrivere, a inviare newsletter e ad INFORMARE. Il nostro attuale scopo è salvare l’intera filiera creativa e produttiva e salvaguardare il futuro di musicisti, artigiani, imprenditori, promoter, giornalisti, videomaker, fonici, artisti, ecc.
Oggi, più di ogni altro momento storico, è importate mantenere il contatto con il nostro pubblico di riferimento, che siano i vostri clienti, i musicisti che ci seguono o i giornalisti che collaborano con noi. È nei momenti bui che bisogna aumentare la visibilità e la presenza a maggior ragione oggi che non possiamo neppure stringerci la mano e incontrarci fisicamente. In un mondo dove la visibilità è tutto, il nostro ruolo e quello del nostro ufficio stampa diventa sempre più importante. La comunicazione svolge una funzione fondamentale nella vita umana e nell’ordinamento sociale e favorisce un senso d’identità, perché il nostro senso d’identità si basa su come interagiamo con il prossimo.
Ho già espresso il mio pensiero in un paio di redazionali e voglio ribadirlo ancora una volta. Dopo molte ore di riunioni interne abbiamo deciso di mettere a disposizione di tutti il gruppo AMD communication con i suoi portali, il know how che abbiamo acquisito in oltre 20 anni di attività in questo settore e ogni cosa possa essere utile per aiutare e permettere la ripresa della musica in Italia, cosa tutt’altro che scontata.
In un momento in cui ogni relazione commerciale materiale è bloccata, sfruttate le nostre riviste per comunicare con tutti, inseriteci nei vostri TAG sui social per permetterci di condividere le vostre iniziative, inviateci news e comunicati stampa, sfruttate il nostro lavoro e la nostra passione che da sempre mettiamo nel “parlare di voi”, per mantenere viva la vostra immagine. Noi ci abbiamo creduto già 20 anni fa. Quando tutto sarà finito brinderemo insieme il successo dei nostri sforzi.
Chiudo questo mo breve messaggio ricordando un pensiero che porto con me dai tempi dell’università, una di quelle lezioni che ti rimangono impresse a fuoco nella mente, che ti fanno fare delle scelte nella vita e che voglio condividere con voi.
A tutti conviene partecipare attivamente alla costruzione della propria immagine e dell’identità della propria azienda, perché il primo degli assiomi della comunicazione avverte che non è possibile non comunicare, visto che qualunque cosa si faccia venga interpretata dagli altri come un atto di comunicazione e che ogni comportamento, o gesto, appare al pubblico dotato di particolare significato, quindi dice qualcosa. Anche se si cerca di non comunicare ciò è impossibile, perché si comunica anche attraverso il comportamento ed è impossibile non avere un comportamento. L’intero comportamento in una situazione di interazione ha valore di messaggio.
Il punto centrale è “non comunicare vuole dire fare una CATTIVA COMUNICAZIONE. Visto che tutto è comunicazione, e che quella involontaria di norma è peggiore di quella volontaria, tanto vale attrezzarsi per farla bene.”
Per questo, in particolare, vi chiedo di aiutarci ad aiutarvi.
Marco Mammoliti