Il veterano della Drum Tech

Ciao a tutti! E’ con grandissimo piacere che vi presentiamo, con una nuova intervista, un altro insegnante della DrumTech. Questa volta abbiamo fatto una chiacchierata con uno dei veterani della scuola londinese. Erik Stams è un insegnante appassionato e molto preparato. Ogni sua lezione è un’occasione per lo studente di rinvigorire la propria passione, divertirsi e apprendere cose nuove non solo sulla batteria in sé, ma sulla musica in generale.
Non a caso, uno degli strumenti che Erik predilige nella sua professione di insegnante è l’ IPod. Prima di qualsiasi discorso legato alla tecnica o all’indipendenza, Erik fornisce sempre una discografia di riferimento per ciascun argomento che tratterà e indirizza lo studente a fare lo stesso: ascoltare molta musica e averla sempre come obiettivo finale!
Leggete l’intervista che segue e capirete la filosofia che muove Erik in campo didattico e artisitico.
Buona lettura!

Leonardo

– Ciao Erik, iniziamo con la domanda di rito, quando hai iniziato a suonare?
– Ciao a tutti! Ho iniziato a suonare nella band della scuola quando avevo circa dieci anni. Mi ricordo che arrivavo a malapena ai pedali e non riuscivo nemmeno a chiudere l’hi-hat! All’epoca vivevo ancora a New York e non mi interessava nient’altro che suonare la batteria. Non c’era baseball che tenesse, la mia fissa era suonare tutto il giorno! Ho cominciato suonando sui dischi che possedevo, un po’ come hanno fatto tutti. Mi divertivo molto a suonare su canzoni “disco”.

– Poi hai iniziato a prendere lezioni?
– Ho avuto diversi insegnanti nella mia vita, ma quelli che reputo più importanti per la mia crescita sono: Henry Adler (co-autore di Buddy Rich’s Snare Drum Rudiments e Louie Bellson’s Modern Reading Text in 4/4), Walter Garces, Justin DiCiocio, Fiorelo Laguirdia (School of the Arts- FAME) e Jerry Gonzales. Questi insegnanti sono quelli che credo mi abbiano aiutato maggiormente nel mio sviluppo musicale.

– E chi sono i batteristi che più ti hanno influenzato?
– E’ una domanda difficile, perché scegliere in questi casi vuol dire escludere qualcuno. Se dovessi fare dei nomi però ti direi: John Bonham, Clyde Stubblefield, Stewart Copeland, Art Blakey, Steve Jordan, Zigaboo Modaliste and Bernard Purdie

– Prima di parlare della tua attività alla DrumTech di Londra, puoi dirci quali sono le esperienze professionali a cui sei più affezionato? Quelle che ricordi con più piacere insomma…
– Oh certo! Ho la fortuna di aver fatto tours e sessions che hanno lasciato un marchio indelebile dentro di me e che ricordo con grande piacere. Il Japan Tour del gruppo World’s Fastest Car con Walter Schreifles è stato incredibile, un’esperienza importantissima per me! Sono anche molo orgoglioso di tutto il lavoro fatto con i Drill Queen e Jamie Lawson. I diversi tour in Inghilterra con the Glyndbourne Touring Opera sono state altre esperienze incredibili perché erano così diversi da tutto ciò che avevo fatto in precedenza e quindi mi hanno arricchito molto. Ricordo anche l’aver suonato al Ronnie Scott’s con Butch Thomas e Viola Wills come un’opportunità di grande valore per me. Insomma, mi piace confrontarmi con diverse realtà musicali, le trovo tutte molto stimolanti!

– Tu sei originario di New York, ma vivi in Inghilterra da più di dieci anni. Pensi ci siano differenze a livello didattico e/o musicale tra gli USA e l’Europa?
– Intanto direi che New York City non è rappresentativa di tutti gli USA. Ha molto più in comune con Londra che col Nebraska (risate nda) Ma in ogni caso direi che ci sono differenze! Ogni nazione ha la sua storia, la sua cultura e tutto questo si riflette nella musica ovviamente! New York City è una città davvero magica e speciale, con una lunga tradizione musicale che affonda le sue radici nel jazz, nel latin, “urban” hip-hop e rap. C’è una concorrenza feroce, ma anche un’atmosfera che non ho ritrovato in nessun’altra città nel mondo.

– Insegnando da molto tempo hai sicuramente avuto centinaia, se non migliaia di studenti. Quali pensi siano le carenze didattiche e musicali maggiori che gli studenti di oggi hanno?
– Ogni studente è un caso a se, ma ci sono sicuramente dei tratti comuni tra tutti i ragazzi. Alla DrumTech insegno Drum Concept (corso legato ai differenti stili musicali, agli approcci e alle tecniche per suonarli in modo autentico, nda) e LPW (Live Performance Workshop, una sorta di musica d’insieme in cui gli allievi di ciascuno strumento si preparano su un brano alla settimana e si esibiscono in band formate in modo casuale dagli insegnanti, nda). Quindi ho la possibilità di vedere un sacco di studenti ogni anno. La maggior parte di loro non spende abbastanza tempo su tre fattori che penso siano fondamentali: Tecnica, grip e timekeeping. Molti di loro non danno troppa importanza al lavoro tecnico sul pad e finiscono poi per doverci ritornare in seguito perché la mancanza di tecnica impedisce l’espressione delle loro idee.

– Quindi se dovessi dirci le aree che ogni studente dovrebbe tenere in considerazione per il proprio sviluppo, quali sarebbero?
– Credo che ciascuno di noi dovrebbe continuamente lavorare su: Timekeeping, Musicalità, Lettura e Tecnica. Il fine ultimo è sempre la “canzone”; tutto il resto serve a poter suonare al meglio delle nostre possibilità. Al giorno d’oggi molti discutono sul valore della tecnica in sé e si lamentano per tutta una serie di batteristi considerati “estremi”. Io penso che sia sempre stato così. L’importante è sempre far riferimento alla musica, ascoltare tutti gli strumenti e non solo la batteria.

– Hai tempo per studiare? Puoi darci un consiglio per massimizzare i risultati delle nostre sessioni di studio?
– Cerco di passare almeno un paio d’ore al giorno sullo strumento, anche se a volte gli impegni mi impediscono di essere costante. Quello che posso dirti è di decidere cosa si vuol studiare e approfondire in anticipo ed essere metodici. Farsi un programma di studio e attenersi a quello il più possibile!

– Come ti prepari per un concerto o un’audizione? Interrompi la tua routine di studio per concentrarti sul materiale da suonare?
– Principalmente ascolto la musica che devo suonare moltissimo prima di sedermi alla batteria e suonarla realmente. Tutto questo avviene in macchina, mentre sono in lavanderia, ecc Così quando poi effettivamente ho davanti a me le partiture dei pezzi che suonerò e provo a suonare sui dischi, conosco il materiale quasi a livello subconscio. Cerco comunque di rimanere fresco sullo strumento facendo esercizi tecnici, magari proprio utilizzando come metronomo i pezzi che dovrò suonare.

– Hai dei rapporti di endorsement?
– Si, e colgo l’occasione di ringraziare per il grande supporto Gretsch, Sabian, Gibraltar, Remo e Vic Firth! Invito tutti a visitare il mio sito internet all’indirizzo: www.myspace.com/erikstamsmusic dove potrete ascoltare diversi brani che ho registrato con alcune delle band di cui abbiamo parlato prima.

– Grazie mille Erik, è stato un piacere!
– Piacere mio! Un salutone a tutti i lettori di Planet-Drum