Federico Righi
Motore degli Ovokomodo e Zuper Trio
Federico Righi, classe 1969, è un batterista dell’isola d’elba attivo da circa 20 anni nel live in studio e nella didattica. Annovera collaborazioni con Cesareo, Rob Lopez, Alessio Menconi, Gianfranco Continenza, Adriano Brunelli ed altri. E’ un insegnante abilitato Scuderie Capitani in due sedi, la Crossroad Music Lab di Piombino e l’Officina della Musica di Portoferraio. Attualmente suona con gli Ovokomodo e il Zuper Trio, parallelamente ad altre situazioni, in generi musicali diversi.
Emiliano Cantiano – Quando hai iniziato a suonare la batteria?
Federico Righi – Ho iniziato intorno ai 18 anni, prima suonavo le tastiere a livello assolutamente amatoriale.
EC – Con chi hai iniziato il percorso di studi?
FR – Inizialmente come autodidatta, cercando di emulare i miei idoli di allora ed i miei amici con più esperienza. Poi ho cominciato a seguire delle lezioni private con alcuni insegnanti della zona, ma le ossa nel vero senso della parola me le sono fatte andando a sentire i grandi batteristi allo Sugar Reef, uno dei migliori locali di musica Live in assoluto. I titolari Piero e Silvia mi permettevano di stare su un divanetto a fianco del palco, posizione dalla quale potevo osservare da vicino il batterista di turno. A fine concerto, con molta educazione, mi presentavo, magari con due birre in mano e cominciavo a chiedere spiegazioni e consigli. Probabilmente ero simpatico perché tutti mi insegnavano qualcosa. Adesso, dopo molti anni, suono allo Sugar piuttosto spesso ed ogni volta ripenso a tutto ciò che quel locale mi ha dato!! Grazie Sugar!!!
Successivamente ho studiato con Christian Meyer, Paolo Muscovi e Walter Martino unitamente alla partecipazione di numerose Clinic con artisti nazionali ed internazionali.
EC – Qual è il tuo attuale percorso di studio?
FR – Attualmente mi sto concentrando su alcuni incastri tra mani e cassa, magari scomponendo un paradiddle e suonandolo a terzine o sestine. Vengono fuori delle cose molto interessanti o almeno a me piacciono! Poi presto molta attenzione al groove ogni giorno e sto sviluppando in merito dei linear groove magari semplici ma decisamente musicali. Non dobbiamo mai perdere di vista che la musica viene prima di tutto!
EC – Quali sono stati e quali sono adesso i batteristi che hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
FR – Per quanto riguarda i batteristi che mi hanno contaminato sin dall’inizio direi primo tra tutti Jeff Porcaro, insieme a John Bohnam e Stewart Copeland, senza dimenticare che mio padre mi ha cresciuto con il mito di Gene Krupa. A dieci anni Sing Sing Sing era il mio pezzo preferito! Attualmente è difficile fare delle scelte, sono tutti bravissimi! Comunque ho delle “adorazioni” per Vinnie Colaiuta, Steve Ferrone, Simon Phillips, Tom Brechtlein, Ricky Lawson, Steve Jordan, Dave Garibaldi e ovviamente Steve Gadd che considero il padre della batteria moderna.
Voglio però citare dei batteristi italiani che stimo veramente e sono Paolo Muscovi, al quale devo moltissimo, e Iarin Munari, giusto per non citare i soliti noti. Dulcis in fundo Christian Meyer per il quale ho un adorazione totale!
EC – So che hai una grossa esperienza Live nel giro dei locali. Tramite le tue esperienze puoi dare dei consigli ai ragazzi più giovani su come comportarsi in sede Live? Qual’è il modo migliore di lavorare?
FR – La professionalità prima di tutto!Arrivare puntuali al sound check, essere il piu possibile veloci nella sistemazione dei nostri strumenti ed avere un atteggiamento positivo e cordiale nei confronti dei nostri colleghi e soprattutto del fonico. E’ una persona che lavora per noi ed è determinante per la riuscita del concerto. Gli atteggiamenti da star non pagano mai, quindi ragazzi mai mettersi contro il fonico! Per quanto riguarda suonare, è fondamentale avere rispetto del genere che stiamo affrontando: è assurdo suonare fortissimo un reggae com è altrettanto sbagliato suonare molto piano un pezzo hard rock! Altra regola è stare sempre con le orecchie ben aperte. In un locale non si lavora quasi mai con una scaletta e da un momento all’altro dobbiamo aspettarci un cambiamento di groove, piuttosto che un nuovo brano all’improvviso. Infine è importante saper stare al proprio posto in senso musicale, senza per forza dimostrare tutto il nostro bagaglio tecnico quando la situazione non lo richiede ed essere disponibili con gli altri musicisti. Instaurare un bel rapporto umano con i colleghi è il fulcro per l’ottenimento di un risultato collettivo, la classica “botta”!
EC – Ho saputo che è nata all’Elba l’Officina della Musica, vuoi parlarcene?
FR – Si, è nata ufficialmente il 12 ottobre 2008 ed è una cosa che mi emoziona nel vero senso della parola. Questo per il fatto che è stata “messa insieme” dai musicisti con cui lavoro da circa 15 anni, Christian Secchi , Sergio Casella, Sammy Marconcini, Irene Mezzacapo e da uno dei miei allievi storici Francesco Meola. Abbiamo tutti fatto un grande sforzo in ogni senso, ma la struttura è esattamente come la sognavamo. Cabine Boxy Lab, una sala prove da affittare ed un piccolo negozio di strumenti musicali. In parole povere quello che all’Elba non c’è mai stato! Abbiamo in programma di organizzare Stage con artisti nazionali e internazionali, oltre ai concerti periodici degli allievi Insegno anche alla Crossroad Music Lab di Piombino da oltre 5 anni ed è inutile dire che è un altra struttura alla quale sono molto affezionato, costituita anche questa da insegnanti dalla grande esperienza, diretta da Marco Mezzacapo, il docente di chitarra, con la sorella Irene e dove è in procinto la realizzazione di uno studio di registrazione professionale. Sono inoltre in tutte e due le sedi, un insegnante abilitato Scuderie Capitani e voglio ringraziare Luca Capitani (grandissimo batterista ed uno dei più grandi didatti italiani) per avermi dato questa opportunità e per aver presenziato all’inaugurazione di Officina dove abbiamo suonato insieme ed è stato bellissimo!
Sempre per Officina, un grazie di cuore lo voglio dire a Michelangelo, che oltre a frequentare i corsi di batteria, basso e chitarra è stato determinante per la realizzazione del progetto!
EC – Come ti rapporti con i tuoi allievi?
FR – Fortunatamente ho un rapporto bellissimo, che va oltre la semplice lezione. In pratica diventiamo amici anche al di fuori della scuola e questo fa si che tutto il programma didattico che svolgo abbia un andamento rilassato e piacevole pur mantenendo fermo il rispetto e l’educazione nei confronti della figura dell’insegnante. Alcuni di loro mi hanno già dato delle belle soddisfazioni e sono orgoglioso che tutti abbiano assimilato un concetto per me fondamentale, cioè che la musica non è una competizione e che ognuno di noi ha le proprie caratteristiche. Non si misura un musicista in base al numero delle note che suona, ma in base alla qualità , al feeling ed al gusto. Quindi cerco di sviluppare in ognuno le caratteristiche che dimostra di avere e cerco di facilitargli il compito insegnandogli la giusta tecnica.
EC – So che fai delle clinic, puoi dirci le domande più frequenti che ti vengono proposte e come programmi gli argomenti delle tue clinic?
FR – Mah, le domande obiettivamente sono piuttosto varie ed anche interessanti. Chi viene alla clinic perchè sa di cosa tratta o mi conosce musicalmente, chiede magari delle “dritte” sullo shuffle, un tipo di groove che mi sta particolarmente a cuore. Altri invece fanno domande tecniche, sullo stile di alcuni batteristi e sulla strumentazione da utilizzare a seconda delle situazioni. Una domanda piacevole è stata: “Scusa, dal vivo cosa devo mettere nel monitor?”. Secondo me è una domanda intelligente! Un altro ragazzo mi ha invece chiesto dei consigli su come riuscire a interpretare lo stesso disegno di groove in diversi contesti musicali. Le più frequenti sono quelle su come affrontare meglio questa professione in senso generale. Per quanto riguarda il programmare le clinic, preparo sempre due o tre basi con dei groove particolari e magari degli obbligati, su cui suono e delle quali preparo le partiture scritte. Ovviamente invito i ragazzi a suonare i suddetti groove, prima da soli e successivamente sulla base. Devo dire che ne ho trovati alcuni giovanissimi ma davvero molto bravi. Poi spesso eseguo delle parti di batteristi storici, come ad esempio Ringo Starr, che sono apparentemente semplici ma nascondono invece delle insidie e devo dire che questa cosa riscuote un bel successo!
EC – Parlaci del tuo progetto, gli Ovokomodo…
FR – Gli Ovokomodo sono una band funk-soul con Sara Ferrini, Marco Carducci, Alessandro Cristofori e Tommaso Poli, in cui sono attivo sia in ambito cover che in quello inediti. Siamo infatti a lavoro sui brani composti dalla cantante, Sara, e che arrangiamo poi tutti insieme. Nel nostro primo cd, Infinity, è incluso un nostro brano, “I’m Alone”, scritto da Sara e poi arrangiato direttamente in studio. Il resto del disco è costituito da cover riarrangiate e registrate rigorosamente live in studio, voci a parte. Approfitto per ringraziare Matteo Civaschi per la grafica del disco. Inoltre ho altre situazioni musicali: un trio con Christian Secchi (chitarre e voce) e Sammy Marroncini (basso e voce) con il quale suoniamo funk e funk-rock denominato Zuper Trio, un progetto inedito con il chitarrista Sergio Casella nel quale stiamo lavorando a nostre composizioni in chiave fusion. Inoltre sarò presente sul nuovo disco del chitarrista pescarese Gianfranco Continenza, con il quale ho già suonato al Maf Guitar Festival e al Meet di Milano nel 2007, che è prodotto dall’etichetta americana Esc Records.
EC – letto su Myspace che hai suonato con Cesareo, parlaci un po di questa esperienza…
FR – Si ho avuto la fortuna di suonare con Cesareo e tuttora la collaborazione prosegue. Voglio raccontarvi in che modo ci siamo conosciuti: una sera di settembre del 1998, stavo suonando al tinello, storico locale elbano, quando durante un brano ho visto dall’angolo del palco spuntare una faccia nota. Individuato chi fosse ed essendo noi superfan di Elio e le Storie Tese, lo abbiamo invitato a suonare un pezzo. Davide accettò suonando ovviamente da paura! La sera dopo avevamo una data in un nuovo locale e presentarsi con un tale ospite sarebbe stato un gran biglietto da visita.
Decidemmo quindi di invitarlo ed una volta scoperto l’hotel che lo ospitava siamo andati sul posto. E qui arriva la parte comica: Cesareo stava facendo il bagno in piscina e io con il mio bassita, Sammy Marroncini, discutevamo da lontano su chi dei due doveva avvicinarsi per fare la fatidica richiesta. Tutto questo succedeva davanti ad un costernato Cesareo che vedeva questi due tipi, con occhiali scuri, indicarlo da lontano senza avvicinarsi. Comunque alla fine l’onere toccò a me ed una volta avvicinato e dopo avermi riconosciuto Cesareo mi confidò di aver pensato che fossimo due sicari! Chiarito questo, alla mia richiesta “Vieni a suonare un pezzo con noi?”, la risposta fu “Beh, no ragazzi”…gelo per me e Sammy…. “se vengo suono tutta la sera!”. Super entusiasmo per me e Sammy! Da quella prima serata ne arrivarono altre e fu per me un immensa soddisfazione suonare una sera John Holmes con Cesareo alla chitarra e Faso al basso!
EC – Un consiglio da dare a tutti I ragazzi che vogliono intraprendere professionalmente la carriera di batterista…
FR – Il consiglio da dare in primis è di studiare nel modo giusto con un buon insegnante, così da avere delle solide basi che permettano di affrontare serenamente gli innumerevoli problemi che si presenteranno di volta in volta. La parola d’ordine deve essere “Non mollare mai”!
Più una difficoltà è elevata più soddisfazione ci sarà nel superarla. Poi, come ho già detto, curare molto il rapporto umano, essere educati e disponibili e per quanto riguarda l’aspetto musicale avere un bel suono, un bel timing , uno stile abbastanza personale, essere mentalmente aperti senza discriminare un genere musicale piuttosto che un altro, e sopratutto un bel groove. Senza groove non c’è musica!
EC – Infine parlaci della tua strumentazione.
FR – Molto volentieri! Sono endorser per i piatti UFIP e sono molto orgoglioso di questo, periI meravigliosi strumenti che ho la possibilità di suonare e per il grande rapporto umano che ho instaurato con loro. Sarò per sempre grato al presidente Luigi Tronci ed a tutto lo staff per la competenza, la professionalità e l’assistenza che mi offrono! Il mio set è composto da un HH natural da 13”, due Crash Brilliant 16” e 18”, due Splash Class 6” e 8”, un Ride Class da 22”ed un China Rough da 18″. In situazioni Live a volte utilizzo due Crash Bionic 16” e 18”. Sono poi endorser delle bacchette Lantec, un altro prodotto artigianale italiano. Sono andato di recente alla loro sede ed ho trovato anche qua un ambiente assolutamente positivo. Con Alberto Landi c’è stato subito un ottimo feeling. Sono bacchette curate una ad una ed io ho scelto il modello Sphere tinta, che oltre che bella da suonare è anche molto elegante da vedere. Per quanto riguarda le batterie sono da poco diventato endorser per il nuovo marchio italiano Rotodrum, che produce strumenti in acrilico dal suono stratosferico e con un look superaccattivante. Con l’ideatore del progetto, Riccardo Martinazzi, si è creato un piacevole rapporto sia professionale che di amicizia e sono molto felice di lavorare con lui. Infine è in arrivo una news: il mio rullante Signature costruito da due artigiani della mia zona che sono i titolari della Bunker Drums. Andrea Muccetti e Matteo Dondiero mi fecero provare un loro tamburo ed io ne sono rimasto assolutamente estasiato. Vi consiglio di provare questi strumenti, ne vale veramente la pena! Ci tengo a precisare che tutti i miei endorsement sono prodotti italiani ed essendo io piuttosto nazionalista ne sono particolarmente orgoglioso!
Tornando alle batterie ho ovviamente I miei strumenti in legno e vado particolarmente fiero di una Ludwig sparkle che ho avuto tramite il Drum2000 di Bologna e che mi fu consegnata dal compianto Franco Aramini in persona. Voglio ringraziare in merito Aramini Strumenti Musicali e Roberto Prazzoli di Drum2000 che oltre ad essere il titolare di un negozio di batteria che è un vero punto di riferimento è anche un mio grande amico ed un batterista eccezionale! Chiude la collezione una Drum Sound del ’98 davvero fantastica. Un abbraccio a tutta la redazione di Planet Drum ed in particolare al mio amico Roberto Pirami.