Free Jam
What about the Funky?

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Il sound della band è quello coinvolgente  dai suoni moderni stile Earth, Wind & Fire, un funk elettrizzante con contaminazioni pop-rock-blues-soul e una sezione fiati e cori da brividi.
Registrato nello studio di Iarin, la qualità del disco è evidentissima,  dagli arrangiamenti (si sente la mano di Iarin) alla scelta del groove davvero accattivante.

 

Free Jam
What about the Funky?

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Nel 1992, dall’incontro di tre giovani musicisti della Scuola di Musica Moderna di Ferrara, nascono i Free Jam. Nel 1993 la band inizia a tenere concerti in diversi locali del ferrarese e festival nazionali che permettono ai Free Jam di guadagnare consensi e molta esperienza. Ma come spesso accade è proprio sul più bello che l’entusiasmo si raffredda.

Per Iarin, però, l’attività di musicista professionista prende sempre più corpo e, dopo una breve parentesi del 1997, nel marzo del 2010 grazie ad una jam session, Iarin e Davide  decidono il nuovo corso dei Free Jam, con il chiaro intento di incidere un album di brani inediti

La nuova formazione presenta Iarin Munari alla batteria, Davide Candini al piano, voce e hammond, Roberto Catani al basso ed Enrico Cipollini alla chitarra. Nel gennaio 2011 il gruppo si ritrova in studio per le prime sessioni di registrazione e nel marzo del 2012 prende ufficialmente corpo l’album “What About The Funky?”. L’album, rilasciato ad Aprile 2012, sta vendendo ed è in rotazione in Italia, Russia, Olanda, Ungheria, Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, mentre in Italia la band è 55ma nella classifica degli artisti indipendenti.

Il sound della band è quello coinvolgente  dai suoni moderni stile Earth, Wind & Fire, un funk elettrizzante con contaminazioni pop-rock-blues-soul e una sezione fiati e cori da brividi.
Registrato nello studio di Iarin, la qualità del disco è evidentissima,  dagli arrangiamenti (si sente la mano di Iarin) alla scelta del groove davvero accattivante.
La qualità tecnica dei singoli musicisti è evidente, dal coinvolgente solo di chitarra di Enrico Cipollini in “I can’t live a lie”  alla stupefacente voce di Davide Candini messa in mostra nell’ottimo brano “Dancing in the street”, per finire con il bellissimo solo di batteria di Iarin Munari in “Make it better”.
L’apertura del CD spetta, però, a “Catch the monkey (with the funk)” un brano, tra i miei preferiti, che con il suo attacco mette subito in chiaro cosa ci si deve aspettare da questo disco.

Che dire, trovo difficile scegliere un brano in assoluto da incoronare come “il migliore”. Chi per groove, chi per intensità, arrangiamenti, stacchi, riff, e chi più ne ha più ne metta, ogni singolo brano ha la sua storia. La cosa che mi preme dire, però, è che sono stati pochi i dischi che al primo ascolto mi hanno fatto ballare sulla sedia mentre li ascolto e scrivo una recensione. Solitamente ho bisogno di più ascolti, di assimilare la musica, di capire cosa vuole veramente esprimere la band… non in questo caso però. Il disco è stato immediato, potente e divertente. Complimenti Free Jam e complimenti a Iarin, ottimo esempio di professionista caparbio nel voler riunire una band che sarebbe un vero peccato perdere per altri anni.

BIO Iarin Munari:
Iarin Munari ha lavorato con artisti della scena italiana come Roberto Vecchioni, Paolo Belli, Alexia, Franco Battiato, Paolo Vallesi e molti altri. Nell’ambito jazz-blues-soul internazionale ha lavorato con Larry Ray (Drifters, Temptations, Platters, Jestofunk), Vhelade (cantante del programma tv “Markette” e “Chiambretti Night” di Piero Chiambretti), Scott Steen (Royal Crown Revue), Enrico Crivellaro, Ruggero Robin, Thomas Sheret, Paolo Andriolo ed altri.
In “What about the funky?” è produttore, arrangiatore oltre che batterista.

Per info:
www.freejamband.com

Free Jam:
Iarin Munari: batteria
Davide Candini: piano e voce
Roberto Catani: basso
Enrico Cipollini: chitarra

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