IL GROOVE

ValerioLotito

Ciao a tutti sono Valerio Lotito, un giovane batterista lucano e volevo parlarvi di un aspetto della batteria non del tutto tecnico ma molto interessante e importante per un musicista e per un batterista, IL GROOVE.

Cos’è il groove? Come ottenerlo al meglio? Quali sono le caratteristiche che potrebbero aiutarci a riconoscerlo ed ottenerlo?

IL GROOVE

ValerioLotito

Ciao a tutti sono Valerio Lotito, un giovane batterista lucano e volevo parlarvi di un aspetto della batteria non del tutto tecnico ma molto interessante e importante per un musicista e per un batterista, IL GROOVE. 

Cos’è il groove? Come ottenerlo al meglio? Quali sono le caratteristiche che potrebbero aiutarci a riconoscerlo ed ottenerlo? 

Il groove è quella strana sensazione piacevole che fa battere il piede quando si ascolta della musica, quando si ascolta un batterista, che ti prende dentro, è la capacità del musicista di suonare con un certo “portamento” a tal punto da provocare nell’ascoltatore una piacevole sensazione di trascinamento.
Io credo che nel groove ci siano racchiuse alcune caratteristiche importanti cioè: il suono, la precisione, la pulizia e la musicalità, peculiarità che fanno di un batterista qualunque, un bravo batterista.
La batteria senza nessuno che la suoni sta lì, inerme, siamo noi a dar vita a questo strumento meraviglioso, siamo noi che con il nostro corpo, il nostro cuore, produciamo suono e musicalità, quindi la nostra “responsabilità” è sostanziosa.

Per ottenere più groove nel vostro drumming, personalmente consiglio di curare alcuni aspetti per me fondamentali: prima di tutto bisogna cercare di essere quanto più essenziali possibili quando si accompagna, mettendo ogni nota al proprio posto e cercando di dare la dovuta importanza ad ogni colpo creato, è necessario essere molto precisi sul tempo e di essere coordinati e amalgamati con il resto dei musicisti. Quando si suona un ritmo, bisogna stare molto attenti a quei piccoli ma fastidiosi flam che si creano quando suoniamo qualcosa all’unisono tipo, cassa e hi-hat, hi-hat e snare, cassa e crash, magari cassa e snare, cassa e basso, che come sostiene il mio maestro Lele Melotti, questi piccoli flam, sembrano insignificanti ma scollano il “groove”.

Essere molto precisi è uno degli obbiettivi primari per un batterista, ma credo che spesso la percezione di esso non è chiara al musicista e viene purtroppo scambiata con la capacità, l’abitudine o la fortuna di andare su un click in battere. Avete mai pensato che la vera precisione, quella intrinseca in voi, quella che fa parte del vostro timing interno, quella che vi farà suonare precisi anche senza un click è la capacità di gestire lo “spazio” che c’è tra un click e l’altro, e non semplicemente il suonare SUL click, inseguendolo come se fosse il tiro al piattello?

Un altro particolare che nuoce gravemente alla salute del groove è la pulizia, la chiarezza di un’esecuzione. Per pulizia e chiarezza intendo la capacità di suonare il necessario senza sporcature o note e suoni indefiniti, incerti; per esempio: voglio utilizzare delle ghost sul rullante o sull’hi-hat ? L’importante è che siano delle ghost ma comprensibili, altrimenti si rischia di scambiarle per una vibrazione involontaria della cordiera, per un vecchio jack che non va o un gatto che si rifà le unghie.

A mio avviso, più è decifrabile ciò che suoniamo e più alte sono le probabilità di essere capiti ed apprezzati, ovviamente senza mettere alcun limite o freno alla creatività, all’estro artistico, alla libertà e all’estemporaneità di un’esecuzione.

Ho lasciato per ultimi gli argomenti “suono” e ” musicalità” perché sono i più difficili da esternare, spiegare e concretizzare attraverso la scrittura.
Emblematico è questo aneddoto: uno dei miei grandi maestri, Vittorio Riva, un giorno mi chiese: “Valerio, secondo te, qual è l’elemento davvero fondamentale della batteria?”
io risposi “beh, il rullante………credo”
Dopo vari tentativi, mi arresi, perché li nominai praticamente tutti, ma ne mancava uno, il più importante: LO SGABELLO.
Ragazzi riscontrare che il suono viene proprio da quell’elemento è stata un’esperienza incredibile e una scoperta utilissima. E’ stata una ricerca lunga e ben approfondita ed ha portato i suoi importanti risultati.
E’ da come si è impostati sullo sgabello, da come ci si siede sullo sgabello e da come si approccia allo strumento attraverso lo sgabello che vi da “il suono” tanto desiderato.

Una persona seduta in maniera tesa tirerà fuori inevitabilmente un suono teso, al contrario una persona molto rilassata tirerà fuori un suono rilassato. Ovviamente immagino che un suono “teso”, “freddo” nessuno di voi abbia voglia di ottenerlo.
Vi assicuro che oltre ad averlo provato su di me, trovo puntualmente conferme nei miei amici professionisti, colleghi e anche nei miei allievi.

Per me la musicalità è quando un batterista riesce ad esprimersi liberamente senza necessariamente uscire fuori dal sound complessivo della band, quando si producono note gradevoli per l’udito e per lo spirito, quando un batterista accompagna senza strafare così da rovinare la “musicalità” che si cerca di creare tutti insieme attraverso l’interplay.

La musicalità è quando un batterista suona (che stia accompagnando o che stia facendo un solo) e quello che fa risulta particolarmente piacevole, ascoltabile, “melodioso” o “melodico”, la NON musicalità invece è quando chi ascolta cerca il pulsante per cambiare canale o addirittura quello per spegnervi.
È sottinteso, che non è una formula matematica, curando tutti questi aspetti non è automatico ottenere il groove, e tanto meno lo si può ottenere magicamente con delle ‘bacchette magiche’.

Spero che questo mio approccio allo strumento, alla musica e al groove vi sia piaciuto, con questo piccolo articolo credo di aver affrontato uno degli aspetti e degli argomenti più importanti per un musicista e per un batterista, in maniera del tutto personale. Di tutto questo ho avuto la fortuna di poterne parlare con coloro che sono i pilastri della batteria in Italia e in Europa e ne approfitto per ringraziare i miei maestri, Walter Martino, Vittorio Riva e Lele Melotti.

Concludo questo articolo dicendo che la vita ci riserva avvenimenti spiacevoli e avvenimenti incredibilmente belli, ci fa conoscere persone cattive e persone buone, ci fa gioire e soffrire, ci fa emozionare e piangere ma è la vita ed in fondo è meravigliosa perché è così ed io credo che la cosa più bella e soddisfacente in assoluto sia mettere tutto questo in musica.

Oltre l’ascolto, lo studio, la pratica, una cosa fondamentale è la ricerca di noi stessi attraverso lo strumento, suonare quello che siamo è la chiave per non essere “anonimi” e “sterili” ma serve per creare uno stile personale, suonando musica viva, suonano proprio “noi stessi”.

Vorrei suggerire alcuni metodi per aiutarvi a sviluppare un buon groove, ma oggi ci sono molti, forse troppi, metodi, DVD, cd e ogni sorta di supporto didattico; e troppi sono anche gli aspetti da curare, dall’ascolto alla tecnica, dal sound a tutta la cultura musicale che si deve respirare. Due sono, però, i cari e vecchi metodi con i quali io personalmente mi sono trovato molto bene e ve li suggerisco: The New Breed – Gary Chaster e Future Sound – Dave Garibaldi.

Buona navigazione su Planet Drum.

BIO:
Mi chiamo Valerio Lotito, ho 23 anni e sono un batterista e insegnante di batteria.
Ho iniziato a suonare la batteria all’età di 4 anni e fino a 10 anni ho studiato da autodidatta, a 11 anni ho intrapreso gli studi di percussioni in conservatorio frequentandolo per 4 anni.
Nel 2008 mi sono trasferito a Roma per studiare con Walter Martino, grande batterista romano, ha suonato con I Goblins, Libra, Mina ecc…

Terminati gli studi a Roma, per motivi logistici, nel 2009 intraprendo gli studi per 2 anni con Vittorio Riva (Gino Paoli, Ornella Vanoni; Zucchero, Toquinho) a Napoli.
Dal 2011, fino ad oggi studio con Lele Melotti, a Milano.
Insegno dal 2010 in varie scuole della mia regione e finalmente ho aperto una scuola tutta mia, collaborerò con molti batteristi italiani per fornire alla mia scuola una formazione importante, attraverso master, seminari, incontri e clinic periodiche.
Attualmente tra le lezioni private nella mia scuola e in un’altra scuola nella provincia, ho circa 25/30 allievi, in continua crescita.

Attualmente sono endorser DrumArt, per quanto riguarda bacchette e snare.

DICONO di me sul web: “Inizia a suonare la batteria all’età di 4 anni. All’età di 11 anni intraprende gli studi di Percussioni al conservatorio “G. Da Venosa” di Potenza. E’ stato allievo di Vittorio Riva (Zucchero, Giorgia, Toquinho), Walter Martino (Goblin, Libra, Il Banco del Mutuo Soccorso) e attualmente studia con Lele Melotti (Vasco Rossi, Renato Zero, Zucchero, Pino Daniele). Collaborando con vari studi di registrazione ed etichette discografiche, Valerio ha l’opportunità di lavorare e collaborare con vari artisti come Ramon Perez, Irina Arozarena, Tiziano Cillis, Nello Giudice (Mango, F. Battiato, C. Baglioni, Mattia Bazar, Ian Anderson of Jethro Tull, L. Bertè, Skin), Carlo Fimiani (M. Zarrillo, G. Paol i, O. Vanoni), Laura Valente (Matia Bazar), Blue cat blues, Joe Amoruso (Pino Daniele), Mariano Caiano (Orchestra Italiana di Renzo Arbore, Articolo 31), Maria Pia De Vito (Michael Brecker, Joe Zawinul). Alla costante ricerca di uno stile personale, concepisce le parti destinate alla batteria con una musicalità rara apportando una forza creativa all’ambito ritmico ed assegnando ad esso un ruolo fondamentale grazie alla sua potenza e tecnica percussiva. Ha suonato con Eugenio Bennato, Mimmo Mollica, Rosario Jermano, Gio’ Vescovi, Gianni Cataleta (Mina), Pino Tafuto (O. Vanoni, G. Paoli, Toquinho), Mariano Caiano (articolo 31, Renzo Arbore), Wince Gnesutta (I Romans), Arthur Miles (Frederic Messent, Kool Breeze, Gilbert Montagne, Zucchero), Francesco Piu (Davide Van De Sfroos), Luca Giordano, Carl Wyatt (Archie Lee Hooker), Rowland Jones, Cheryl Nickerson (Ray Charles), Eric Guitar Davis, Blue Cat Blues, opening Neffa, Donatella Rettore e Gloria Gaynor.”

PS: Il mio canale youtube.

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Categorie: Lezioni