Mauro Mercurio
La macchina da guerra degli Hour of Penance
Eccoci ad un altro appuntamento con la batteria “estrema” italiana. Questa volta andiamo a fare la conoscenza di Mauro Mercurio ( http://www.myspace.com/maurohop ) la macchina da guerra degli Hour of Penance band di punta del Brutal Death Metal italiano che ha da poco firmato un nuovo contratto discografico con la Unique Leader Records e si appresta a fare un tour europeo di promozione al loro nuovo album in compagnia di band come Origin ed Impaled!!
Allora Mauro:
Emiliano Cantiano – Quando hai iniziato a suonare la batteria?
Mauro Mercurio – Ho cominciato a suonare la batteria all’età di 13 anni. Dapprima suonando rock, poi grunge ed infine metal. Credo sia normale per tutti iniziare con roba molto più tranquilla per affinarsi e prendere, col tempo, sempre più padronanza dello strumento.
Emiliano Cantiano – Quali batteristi hanno influenzato il tuo stile?
Mauro Mercurio – Sin da subito mi innamorai del drumming di Dave Lombardo degli Slayer, era così estremo per i tempi di allora. Sicuramente lui mi ha influenzato parecchio e mi ha dirottato verso il drumming estremo. Mi hanno influenzato molto anche batteristi come Pete Sandoval, Derek Roddy, Tim Yeung, Gene Hoglan, Dave Culross e pochi altri.
Emiliano Cantiano – Che tipo di accordatura scegli per le tue pelli?
Mauro Mercurio – I tom sono accordati all’incirca all’80 per cento sotto e al 70 per cento sopra. Preferisco un suono molto più stoppato che acuto e risonante. Il rullante invece bello tirato sia sotto che sopra. Odio il suono grosso di rullante tipicamente anni 80. Poi ovviamente dipende sempre dal genere che si vuole suonare!
Emiliano Cantiano – La scelta della disposizione dei fusti del tuo drumkit?
Mauro Mercurio – Ho un drumkit abbastanza semplice, preferisco pochi pezzi che utilizzo sempre piuttosto che un grande set con molti strumenti che nemmeno suonoo. Comunque il mio drumkit consiste in 2 casse, rullante, 2 tom centrali e 2 timpani.
Emiliano Cantiano – Che tipo di warm up svolgi prima di ogni esibizione?
Mauro Mercurio – Di solito prima di ogni show mi riscaldo all’incirca per 40 minuti effettuando esercizi sia per le mani sia per le caviglie. Eseguo rulli a 1 e paradiddles su un pad velocizzando piano piano i bpm. Per le caviglie tengo fissa la pianta al pavimento e faccio rulli a 1 solamente con le caviglie per riscaldarle.
Emiliano Cantiano – Come regoli le molle dei tuoi pedali?
Mauro Mercurio – Le molle dei miei pedali sono quasi tirate al massimo. Più sono tirate più ovviamente si può andare veloci col pedale. Poi è tutta una questione di abitudine.
Emiliano Cantiano – Ogni quanto cambi le pelli durante un tour?
Mauro Mercurio – Sul rullante appena comincia a scomparire un pochino la sabbiatura la cambio immediatamente. Generalmente sui tom le cambio molto più di rado, possono durare anche tutto un tour.
Emiliano Cantiano – Quali credi siano i punti di forza del tuo drumming?
Mauro Mercurio – Difficile darsi un giudizio personale. Comunque credo la velocità, la resistenza e la precisione.
Emiliano Cantiano – Quali credi siano le qualità che un buon batterista metal debba avere?
Mauro Mercurio – Un’ottima padronanza del proprio strumento, precisione, cognizione del tempo (molti batteristi fanno blast beat senza cognizione di causa) e tanta dedizione. Ascoltare più batteristi possibili, confrontarsi e capire i propri errori per migliorarsi.
Emiliano Cantiano – Il pattern preferito che hai registrato e che esegui più volte dal vivo?
Mauro Mercurio – Non ce n’è uno in particolare. Sul nostro nuovo disco ci sono molti patterns interessanti ma tutti in funzione della canzone, quindi non saprei quale scegliere. Spesso esagerando si rovina il concetto di “canzone”, per questo preferisco essere più incisivo ed efficace mettendo da parte alcuni tecnicismi, che comunque eseguo per altre circostanze.
Emiliano Cantiano – Quali sono i tuoi dischi preferiti, quelli che ti hanno fatto innamorare della batteria?
Mauro Mercurio – Sicuramente i primi dischi di Slayer e Sepultura per me sono stati fondamentali. Poi sicuramente Domination dei Morbid Angel, Despise the sun dei Suffocation, Anthems degli Emperor, Demanufacture dei Fear Factory (per la cassa) e tanti altri.
Emiliano Cantiano – Parlaci delle esperienze che hai fatto e che stai facendo in tour con gli Hour of Penance…la scena metal europea è molto differente da quella italiana?
Mauro Mercurio – Esperienze ce ne sono state tante, quello che posso dire è che più si fanno live più ovviamente si cresce musicalmente. E’ una tappa fondamentale per qualunque band, si acquisisce sempre più sicurezza e padronanza del proprio strumento. La scena metal europea è molto attiva, ci sono parecchi gruppi veramente validi, un po’ meno in Italia. Non sono mai riuscito a capire il perchè…La gente che ascolta questo tipo di musica c’è, ai concerti la gente viene, però non la suona! All’estero chi ascolta questo tipo di musica sono per il 90 per cento musicisti ed anche bravi. Qui c’è meno dedizione e passione credo E’ colpa anche del nostro paese troppo conservatore in cui il metal purtroppo è il buco di culo della musica, ma se la gente si mette di impegno e ci crede si può fare dell’Italia un paese competitivo anche in questo genere musicale.
Emiliano Cantiano – Quale strumentazione utilizzi?
Mauro Mercurio – Per quanto concerne la batteria ho una Tama Starclassic in betulla. Pedali Axis A Longboard. Piatti Sabian e Ufip. Bacchette Vic firth 7a e Pro mark millennium 2 5a . 2 trigger per le casse della Roland e centralina Roland V drum TD3 o TD5.
Emiliano Cantiano – Un consiglio da dare ai batteristi che studiano e che vogliono intraprendere il lavoro di metal drummer?
Mauro Mercurio – Suonare, suonare e suonare ancora. Fare molta pratica ed esercizi, tutti i giorni. Per chi non ha o non può avere una batteria dentro casa, consiglio di munirsi di pad o batteria elettronica. Bisogna essere sempre in allenamento, questa è la chiave, pratica tutti i giorni e passione per lo strumento e per questo genere di musica.
Vorrei ringraziare Emialiano per la sua disponibilità e passione che mette in quello che fa e Planet Drum per l’utilità e la professionalità sempre dimostrata negli anni.