Paiste Masters Ride Cymbals
Iniziamo subito col precisare che non stiamo parlando di novità sul mercato ma di una linea, la Masters, che Paiste ha iniziato a produrre nel 2011. Inizialmente consisteva in 12 Ride, molti dei quali ispirati alle richieste degli specialisti di Paiste. La gamma si è lentamente evoluta per includere hi-hat, crash, splash e un singolo Swish, con un accento progettuale che rimane sulla musicalità e sulla versatilità.
Forgiati dal CuSn20, che è praticamente il B20 rinominato dalla Paiste, i piatti Masters sono lavorati a mano in ogni fase del processo di fabbricazione. Sebbene Paiste sia piena di impiegati di lunga data, solo i più esperti possono lavorare sui modelli Masters.
Noi di Planet Drum abbiamo avuto modo di testare alcuni modelli che vogliamo condividere con tutti i lettori della nostra rivista.
Il Dark crash ride da 22″ è fratello maggiore del modello già esistente da 20″. Furono realizzati diversi prototipi e, dopo essere stato valutato dagli artisti Paiste, il progetto definitivo fu deciso. Come il fratello minore, anche il 22″ è sostanzialmente “craterizzato” con segni di una martellatura profonda in grado di catturare la luce da qualsiasi direzione.
Al contrario, i Ride Dry ed Extra Dry presentano un aspetto completamente più tenue. Ciò è dovuto a una finitura opaca, che è a fasce sulla parte superiore e copre l’intera parte inferiore di ciascun piatto.
Paiste non è in genere disposta a condividere informazioni proprietarie, confermando solo che si tratta di un processo di finitura (cioè non di un rivestimento) unico per questi piatti. Progettato e testato per un certo periodo di anni – in totale segretezza – il punto di partenza dei modelli è stata l’osservazione degli esperti Paiste secondo cui “molti Dry Ride sul mercato perdono la loro aridità sonora dopo essere stati suonati per un po’ “.
A Nottwil sono fiduciosi che i nuovi Ride manterranno la loro “secchezza” indipendentemente dalla quantità di ore che vengono suonati. Mentre i due modelli sono martellati in modo diverso, a causa dello spessore della finitura, i pattern del martello sono più facili da discernere sui Dry rides.
È interessante notare che tutti i diametri corrispondenti tra i modelli sono praticamente identici nel peso, e quando abbiamo detto a Paiste che era improbabile che si trattasse di una coincidenza, la risposta che abbiamo ricevuto è stata pressoché confermativa anche se senza fornirci dettagli ma un semplice “Noi non otteniamo mai risultati accidentali”. E per fortuna, vien voglia di aggiungere, dato che ogni prodotto Paiste, di qualsiasi livello, ha sempre riscontrato grande successo e si è sempre posizionato sul mercato esattamente come previsto.
Il primo che abbiamo provato è il 22″, un Dark crash ride davvero interessante; Con i suoi 2,5 kg di bronzo il piatto emette una evidente nota scura e, quando suonato delicatamente, rivela un suono morbido con una pasta sonora globale calda: a questo volume il tappeto sonoro prodotto svolge un ruolo di supporto davvero importante. Aumentando la velocità il piatto inizia ad aprirsi e scivolare verso il territorio dei Crash.
Ma nonostante tutto gli accenti e le sfumature possono ancora essere punteggiati. Ha abbastanza delicatezza per fare una bella figura in un trio jazz, ma non lo prenderei molto in considerazione per eventi troppo acustici perché, in sostanza, stimo parlando di un piatto vivace adatto a molti altri generi che farà qualsiasi cosa tu gli chieda.
Per quanto riguarda i Dry ed Extra Dry ride, invece, posso dire che, seppur sostanzialmente e ovviamente diversi, sono praticamente indistinguibili nel peso e nella nota fondamentale che rimane simile per ogni diametro; differiscono solo sostanzialmente per il loro livello di secchezza. Sono sicuramente classificabili come piatti asciutti che danno un suono chiaro e articolato dello sticking su un tappeto sonoro controllato.
La martellatura è riprodotta con precisione lasciando un fondo leggero di brillantezza. Le campane rivelano un bordo più duro e alcune armoniche in più, mentre se crashati esplodono abbastanza presto.
Aumentando i diametri otteniamo un abbassamento della nota fondamentale ma le caratteristiche rimangono le stesse.
Passando agli Extra Dry, la profondità della secchezza è piuttosto accentuata risultando asciutti con un suono di bacchetta ancora più pronunciato su un tappeto sonoro così minimale tra lo strozzato e l’inesistente.
La purezza della nota è straordinaria e l’assenza di qualsiasi tono evidente, anche solo simpatico, è quasi scioccante al primo ascolto. Questi sono piatti perfettamente asciutti che si distinguono davvero dalla massa.
I prodotti PAsite sono distribuiti in Italia da Aramini Strumenti Musicali