Riccardo Merlini

Italian Metal Drummer

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Fresco fresco di secondo posto al WFD (e scusate se è poco), nonché batterista dei MR.PIG (cover band dei MR.Big) ed insegnante presso l’Accademia di Musica Moderna-National School (chi più ne ha più ne metta), vi presento Riccardo “Mago” Merlini

Riccardo Merlini

Italian Metal Drummer


Fresco fresco di secondo posto al WFD (e scusate se è poco), nonché batterista dei MR.PIG (cover band dei MR.Big) ed insegnante presso l’Accademia di Musica Moderna-National School (chi più ne ha più ne metta), vi presento Riccardo “Mago” Merlini

Planet Drum Quando hai iniziato a suonare la batteria?
Riccardo Merlini-Il mio primo drum-kit l’ ho ricevuto a 4 anni, quindi 17 anni fa circa.

Planet Drum Quali batteristi hanno influenzato il tuo stile?
Riccardo Merlini Ho capito come andava suonata realmente la batteria grazie a Jeff Porcaro, quindi grazie ai TOTO, in seguito con Simon Phillips è stato subito amore. Ho passato chiaramente anch’ io il classico periodo Portnoy intorno ai 16/17 anni, ma la vera svolta l’ho avuta nel 2002, assistendo in prima fila alla clinic di Virgil Donati, (che all’ epoca non sapevo nemmeno chi fosse). Mi ha talmente scosso vederlo in azione che sono arrivato ad un bivio: o smetto di suonare o lotterò fino in fondo per arrivare a quel livello anch’io. Chiaramente l’ amore per il mio strumento e la grande ambizione che per fortuna sono sempre dentro di me, mi hanno portato a non arrendermi… L’ anno successivo ho capito che questa era la mia strada, conoscendo, ad una clinic, Mike Mangini. Da li ho intrapreso questo percorso stilistico continuando il rapporto con Mike che è attualmente il mio insegnante. Aggiungo in oltre che ci sono altri 2 batteristi che ammiro tantissimo, che sono Thomas Lang e Marco Minnemann.

Planet Drum Con chi hai iniziato il tuo percorso di studio?
Riccardo Merlini Al conservatorio di Rovigo, la mia città, a 10 anni. RiccardoMerlini

Planet Drum Qual è il tuo attuale programma di studio?
Riccardo Merlini La scaletta del mio programma in generale può essere riassunta così:
1. Mani: single stroke, mani singole in 16simi poi alternate in 32simi, da 120 a 170/175 bpm, fino a 100 battute oppure faccio una media di 150 bpm sul drumometer per 1 minuto;
2. Piedi: single stroke e double stroke fino a 230/240 bpm sempre per più battute possibile, segnandole su di una tabella, in modo da vedere realmente i progressi;
3. Geometrie ed incastri sul drumset speculare, cercando di curare le forme, lo stile e la precisione;
4. Ambidestrismo: poliritmie e suonare gli stessi patterns sia con la parte destra e sinistra degli arti;
5. Counting e solfeggio ritmico;
6. Stili musicali, per non dimenticare anche cosa c’è di utile oltre al METALLO ahaha.
Questo è solo un esempio riassuntivo di una mia giornata di studio.

Planet Drum Che tipo di accordatura scegli per le tue pelli?
Riccardo Merlini Tengo un’ accordatura relativamente scura anche se ai fusti cerco di dare una nota abbastanza alta, questo per avere più punta ed attacco e un suono sempre metal e facile da microfonare.

Planet Drum La scelta della disposizione dei fusti del tuo drum kit?
Riccardo Merlini E’ un drum-set speculare come dicevo prima. L’ho maturato nel corso del tempo studiando con Mike Mangini e realizzando tutte le comodità di esecuzione ed eleganza a livello di forme e stile.

Planet Drum Che tipo di warm-up esegui prima di esibirti dal vivo?
Riccardo Merlini Semplicemente dei single stroke con le mani sempre sul drumometer, fino a 150 bpm per un minuto e con i piedi in realtà non mi scaldo quasi mai.

Planet Drum Come regoli la tensione delle molle dei tuoi pedali?
Riccardo Merlini Allora, io uso un doppio pedale Pearl eliminator, nel quale sono incluse delle plastiche di diversi colori sulle quali applicare la catena. Uso le rosse con le molle tiratissime, se ho bisogno solamente di velocità (altissime velocità), ma di contro ottengo poco volume ed un controllo rischioso, la soluzione che adotto live e la maggior parte delle volte, è di montare quelle nere con le molle circa a metà tensione, secondo me la soluzione migliore.

Planet Drum Ogni quanto cambi le pelli durante un tour?
Riccardo Merlini Dipende dal clima e dal numero dei concerti ma di media ogni 5/6 date per quanto riguarda quelle dei tom. Cassa e rullante solo quando sono vicine alla rottura.

Planet Drum Quali credi che siano i punti di forza che caratterizzano il tuo drumming?
Riccardo Merlini Ambidestrismo, velocità di mani e di piedi, geometrie, indipendenza ed un solido groove hard rock/metal.

Planet Drum Quali credi siano le caratteristiche che un buon batterista metal debba avere?
Riccardo Merlini Buona velocità di piedi e mani e un buon volume di esecuzione.

Planet Drum Il pattern preferito che hai registrato e che esegui più volte dal vivo?
Riccardo Merlini Un pattern in 5/8 con i piedi mentre con le mani gioco spostando accenti, tempi ecc. A volte suonando in un’ altra velocità.
Chiaramente lo eseguo quasi solo live nel mio assolo.

Planet Drum Come ti prepari al lavoro in studio (di registrazione ndr)?
Riccardo Merlini Ore di click, ascolto la base sulla quale devo registrare e studio la mia parte. A volte leggo direttamente a prima vista registrando magari in piccole takes. Dipende da ciò che devo registrare e con chi.

Planet Drum Parlaci della tua esperienza al WFD.
Riccardo Merlini Una grande esperienza. Ho capito come gira il mondo musicale negli Stati Uniti. C’è l’umiltà che non cè ancora in Italia credo. Sai, sentirti fare i complimenti da gente come Derek Roddy, Tim Waterson e Johnny Rabb ed esser ringraziato da Mike Mangini e dal grande Boo (l’inventore del drumometer), per essere venuto fin dall’ Italia per partecipare a questa competizione sono cose davvero inaspettate che ti riempiono di soddisfazione. Sono stato invitato anche alla sessione del NAMM estiva a luglio, alla quale chiaramente parteciperò con grande gioia e spirito di competizione.

Planet Drum Insegni?
Riccardo Merlini Si insegno privatamente e per l’Accademia di Musica Moderna-Nationl School.

RiccardoMerlini_homePlanet Drum Come organizzi i programmi didattici e come ti rapporti con i tuoi allievi?
Riccardo Merlini Privatamente organizzo il programma a seconda dell’ allievo, delle sue necessità e di cosa interessa prevalentemente a lui. Il mio programma chiamato “Extreme Sport Drumming” prende spunto dai punti elencati precedentemente e dal metodo di Mike Mangini (del quale sono insegnante autorizzato).

Planet Drum Quali sono i tuoi dischi preferiti? Quelli che ti hanno fatto innamorare?
Riccardo Merlini Toto:”past to present”, “the seventh one” e “live in amsterdam”.
DreamTheater: “scenes from a memory”,”train of thought” e “octavarium”.
PlanetX: “moonbabes”.
BonJovi: “crossroad”.
Rammstein: “Mutter”, “Live in berlin”.

Planet Drum Che strumentazione utilizzi?
Riccardo Merlini Pearl mmx 7 pezzi speculare.
Partendo da sinistra:
tom da 14-
tom da 10-
rullo da 10-
tom da 12-
tom da 16
Cassa da 22×18
rullante Virgil Donati.
Per i piatti sono endorser ufip da novembre. Colgo l’occasione per ringraziare questa grande azienda ed il mio set comprende 4 hi-hats, 6 crash, 1 ride, 1 china e 1 splash.
Hardware:
doppio pedale pearl eliminator, 2 rh 2000 pearl (comandi a cavo per gli hi-hat), più 2 supporti hi-hat, uno mobile (asta) e uno fisso sempre pearl.

Planet Drum Un consiglio da dare a tutti i giovani batteristi che vogliono intraprendere la carriera del metal drummer?
Riccardo Merlini La tecnica non è mai abbastanza, ma non sottovalutate le cose che possono sembrare più noiose come lo studio del tempo (metronomo), del groove, il counting ecc.

Planet Drum Come hai vissuto l’esperienza di studiare con un mostro sacro della batteria come Mike Mangini?
Riccardo Merlini Mi ritengo davvero un batterista molto fortunato, dato che sono l’ unico batterista italiano ad aver affrontato un percorso di studio con lui. Ho avuto questa possibilità per la quale devo ringraziare anche il mio insegnante qui in Italia Franco Rossi. Tramite lui ci siamo potuti mettere in contatto con Mike Mangini, insegnante presso il Berklee College of Music Di Boston. Mike dopo aver parlato direttamente con me ed a aver valutato e riconosciuto in me le caratteristiche adatte per poter apprendere il suo programma di studio, ha concordato con me una decina di lezioni individuali alla Berklee, nell’ Aprile 2005.
Appena arrivato a Boston ho subito affrontato la prima lezione o audizione, se vogliamo. Mike è rimasto piacevolmente sorpreso e da quel giorno ci siamo messi subito al lavoro sul suo metodo didattico “Rhythm Knowledge”. E’ un insegnante molto esigente e per questo ho dovuto davvero studiare molto in albergo, (avevo pad e doppio pedale). Gli esercizi del R.K. sono davvero duri, perchè non è un metodo diciamo puramente batteristico, ma è più concentrato su esercizi di counting, stiking e gruppi irregolari. E’ davvero difficile, ma una volta studiato ed appreso tutto questo, posso garantire che cambia veramente qualcosa nel drumming di ognuno di noi. Precisione, velocità e consapevolezza di ciò che stiamo suonando. Poi abbiamo affrontato il discorso legato alla velocità disumana di mani, che come ben sappiamo tutti, lui detiene il record mondiale di velocità di mani (1247 colpi in un minuto). Questo è stato bene o male quello che abbiamo fatto in quelle 10 lezioni.
Voglio anche parlare un attimo di lui come persona…Eccezionale direi, gran simpatia, disponibilità (uscivamo spesso la sera insieme) e credo di poter dire adesso, anche un amico. Ci sentiamo spesso e ci siamo rivisti questo anno al NAMM a Los Angeles, in occasione della WFD. Tra l’ altro ha fatto da giudice di gara proprio a me. Siamo rimasti insieme una giornata ed è davvero come me lo ricordavo, ci siamo scaldati per ore sullo stesso pad, parlando di tutto e ridendo davvero tanto. Poi finita la mia permanenza in California, l’ ho raggiunto ancora a Boston per altri 4 incontri, davvero molto utili per me, dato che ha notato in me molti progressi e ha continuato ad indirizzarmi sulla strada giusta. E per questo gliene sarò sempre grato.
Grazie Mike.
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