Tommy Campbell

”Due metri di allegria”

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Quando ci si trova di fronte a Tommy Campbell si rimane subito impressionati. Prima di tutto dai due metri di statura, ma anche e soprattutto dalla sua simpatia, umanità e modestia. Un batterista del calibro di Campbell può essere considerato a tutti gli effetti una leggenda vivente della batteria mondiale, anche se il suo viso non è su tutte le copertine delle più blasonate riviste di settore.

 

 

Tommy Campbell

”Due metri di allegria”


Quando ci si trova di fronte a Tommy Campbell si rimane subito impressionati. Prima di tutto dai due metri di statura, ma anche e soprattutto dalla sua simpatia, umanità e modestia. Un batterista del calibro di Campbell può essere considerato a tutti gli effetti una leggenda vivente della batteria mondiale, anche se il suo viso non è su tutte le copertine delle più blasonate riviste di settore. Il curriculum di Tommy, infatti, è, a dir poco, sorprendente: Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, The Manhattan Transfer, Kevin Eubanks, John McLaughlin, ecc. Nonostante questo passato l’ultima cosa che passa per la testa di Tommy è quella di far pesare il suo curriculum…anzi! Tutte queste esperienze vengono condivise completamente con chiunque gli chieda un consiglio o un’opinione. Proprio lo scorso aprile è stato ospite in Italia per una serie di clinic programmate dall’Accademia di Musica Moderna di Franco Rossi e organizzate da Elisa Carlomagno. La ventennale amicizia che lega Tommy Campbell a Franco Rossi ha permesso anche quest’anno, a tutti i batteristi presenti, di gustarsi uno show di altissimo livello tecnico e musicale con soli funambolici, ma anche preziosi consigli sui più disparati argomenti didattici. Le parole di presentazione sarebbero superflue con personaggi di questa levatura artistica, quindi lasciamo parlare direttamente Tommy Cambell…

Leonardo Rizzo – Ciao Tommy, che piacere ritrovarti qui in Italia! TommyCampbell1
Tommy Campbell – Il piacere è tutto mio! Adoro l’Italia!

Leonardo Rizzo – So che sembrerà banale e probabilmente avrai risposto a questa domanda un milione di volte, ma parlaci dei tuoi esordi da batterista.
Tommy Campbell – Ok con piacere. Direi che gli inizi risalgono a quando io avevo 2 anni; mio padre era un cantante e faceva un sacco di date nei club. Quindi io sono cresciuto letteralmente circondato dalla musica. Mio padre era amico di un sacco di musicisti che lo venivano spesso a trovare a casa nostra…insomma un ambiente molto stimolante per un bambino.

Leonardo Rizzo – Gli esordi promettevano bene.
Tommy Campbell – Già! Ho iniziato a percuotere i tavoli di casa mia, le pentole…tutto insomma, come immagino avranno fatto un sacco di altri batteristi, ma ho ricevuto la mia prima batteria a dodici anni. A tredici anni avevo già il mio primo gruppo con cui suonavamo funky alla Earth wind and fire o James Brown per intenderci. Poi mi sono cimentato in rock band con cui suonavo cover dei Black Sabbath, ecc. Ho proseguito a suonare, ma poi ho voluto approfondire la mia preparazione e sono andato al Bercklee College of Music quando avevo all’incirca diciassette anni. Ho conosciuto così tanti musicisti all’epoca che sarebbe impossibile elencarli tutti…Vinnie Colaiuta, Cindy Blackman e molti altri.

Leonardo Rizzo – Credo sarebbe stato il sogno di ogni batterista poter studiare a stretto contatto con artisti di quel calibro.
Tommy Campbell – Infatti credo di essere stato molto fortunato. Nel 1977 ho poi avuto la possibilità di suonare con Dizzy Gillespie. A quel tempo credevo di essere preparato per poter suonare con un artista come Dizzy, ma non era così! (Risate N.d.R) Mi ricordo di aver suonato con lui, la prima volta, delle canzoni funky, ma anche materiale di Hendrix. Non facevo parte del suo gruppo ancora, ma è stato molto divertente. Solo due anni dopo lo stesso Dizzy mi ha chiamato chiedendomi di entrare nella sua band. Con lui sono stato per la prima volta a suonare fuori dagli Stati Uniti, in Brasile. Qualche anno dopo ho iniziato a suonare anche con Sonny Rollins.

Leonardo Rizzo – Quando hai iniziato a insegnare al Bercklee?
Tommy Campbell – Mi è stato chiesto di entrare a far parte del corpo docente del Bercklee nel 1985 circa e ci sono rimasto fino quasi al 1989. E la cosa stupenda è che ho avuto l’opportunità di insegnare solo quello che volevo e che riuscivo a insegnare. Ho dovuto comunque prepararmi su cose che non riuscivo a fare, cercando quindi di migliorarmi. A me non interessava insegnare per soldi; all’epoca infatti suonavo con molta gente. Il mio contratto con la Bercklee prevedeva che io potessi lasciare la cattedra in ogni momento per andare in tour. Per questo motivo mi dissero che avendo un contratto di quel tipo non avrei percepito molto denaro, ma a me non interessava! Avevo il mio ufficio con due batterie in cui ricevevo gli allievi e per quel che riguarda i soldi…beh…li prendevo con gli artisti con cui facevo serate e tour.

Leonardo Rizzo – Cosa significa per te essere un insegnante?
Tommy Campbell – E’ una questione di condivisione con l’allievo in termini di conoscenze ed esperienze. Non ho mai visto me stesso come un insegnante in senso tradizionale. Non sono mai andato in nessuna scuola per diventare un insegnante e non ho mai studiato per esserlo. Vedi, tutti possono essere insegnanti perché si può imparare da tutti. Certo ci sono persone che sono assolutamente incredibili come insegnanti; prendi ad esempio Franco (Rossi N.d.R), lui è un maestro, una persona che ha fatto dell’insegnamento la sua ragione di vita. Come dicevo prima, per me, l’insegnamento è condivisione e apprendimento. Io apprendo quando insegno perché devo rivedere ciò che già conosco per poterlo dare alla persona che ho di fronte.

Leonardo Rizzo – Hai suonato anche per i Manhattan Transfer vero?
Tommy Campbell – Si esatto, era il 1988 credo. Fu un’esperienza incredibile.

Leonardo Rizzo – Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Manhattan Transfer…un sacco di esperienze e tutte molto diverse fra loro. Cosa ti ha dato ciascuna di queste esperienze?
Tommy Campbell – Direi che non ci sarebbero stati gli altri due se prima non avessi suonato con Dizzy. Credo sia doveroso iniziare proprio da lui. Lui è prima di tutto una persona stupenda che ama stare con altre persone. Una volta mi disse che era necessario essere dei buoni musicisti ma era importante anche essere delle persone altrettanto valide. Mi ricordava come fosse importante essere persone che fanno divertire gli altri, soprattutto nella musica. Dizzy era un grande musicista, ma anche un altrettanto grande intrattenitore; tra una canzone e un’altra faceva un sacco di battute e usava molti espedienti esilaranti per catturare l’attenzione del pubblico, proprio perché lui si divertiva con il pubblico. Era un persona molto divertente e l’eredità musicale che ci consegna è davvero grande. Mi ricordo che quando pronunciava il suo nome la gente sorrideva perché era un nome stravagante e lui rispondeva con grande senso dell’umorismo: “Yes, I’m Dizzy, but I’m not stupid!”. (In inglese il vocabolo dizzy significa più o meno “stordito” N.d.R) Ho un sacco di registrazioni private di me e lui che parliamo di musica mentre siamo in tour e sono molto orgoglioso di averlo conosciuto e avere avuto il privilegio di suonarci insieme.

Leonardo Rizzo – Poi è stata la volta di Sonny Rollins.
Tommy Campbell – Si, era il 1981 e ho continuato fino al 1988. Durante tutto il mio primo anno con lui mi sono chiesto se suonassi bene e se quello che facevo era ok per Sonny. Pensa che non ho mai ricevuto nessun tipo di feedback da parte sua, di nessun genere. Gli chiedevo spesso se suonassi bene, se dovessi cambiare qualcosa, insomma cercavo una sua conferma. Ma lui non mi ha mai e poi mai risposto. Sai, abbiamo suonato insieme molti anni e dopo un po’ ho imparato a capire che le conferme di cui avevo bisogno non le avrei mai ottenute verbalmente. Ho notato infatti come quando non facessi “girare” una canzone come avrei dovuto anche se era la prima volta che la suonavamo, beh…non la facevamo mai più! (Risate N.d.R) Ma la cosa davvero sensazionale avvenne durante un concerto. Io stavo suonando e mi resi conto di come lui mi stesse parlando attraverso la sua tromba. E il bello è che lo aveva sempre fatto, ma ero io a non essere stato in grado di ascoltarlo. Credimi, lui poteva dire qualsiasi cosa con la sua tromba, ma stava all’ascoltatore aprire le orecchie e afferrare queste cose. Lui poteva parlare di tutto con la tromba, poteva dirti qual era il suo colore preferito o cosa aveva mangiato per colazione! Per me è stata come una folgorazione e da quel concerto in poi ho saputo esattamente cosa fare e come farlo, perché era lui a dirmelo attraverso la sua tromba. Sonny quindi mi insegnò ad ascoltare e quando io riuscii ad ascoltare, la musica divenne molto più facile da suonare e anche molto più divertente.

Leonardo Rizzo – In questi giorni sei qui in Italia grazie alle iniziative promosse dall’Accademia di Musica Moderna di Franco Rossi. Parlaci di come hai conosciuto Franco.
tommycampbell7Tommy Campbell – Sono ormai vent’anni che conosco Franco e sua moglie Elisa. Pensa che anche se Franco non parla molto l’inglese, tra me e lui ci sono moltissime vibrazioni. Siamo due musicisti e a volte ci capiamo solo con lo sguardo. Ringrazio l’Accademia per i seminari che mi ha dato la possibilità di fare; è un’opportunità fantastica per poter venire in Italia, conoscere batteristi e parlare di musica. Io e Franco ci siamo sempre scambiati un sacco di informazioni e di conoscenze; lui mi ha dato molto materiale su cui lavorare e io spero di avere fatto altrettanto. In questi anni ho visto l’Accademia crescere e sono sicuro che continuerà a farlo proprio grazie a Franco ed Elisa. La prima volta che sono venuto qui, esisteva solo una sede e adesso è incredibile pensare come si siano sviluppate in tutta Italia. Grazie all’Accademia ho la possibilità di venire in Italia ogni due anni circa e spero di continuare a farlo anche in futuro perché ho modo di crescere come insegnante e non solo come musicista.

Leonardo Rizzo – Hai un sito internet vero?
Tommy Campbell – Si, l’indirizzo è www.tommycampbell.com . Ci sono molte informazioni su di me e sulla mia carriera. Spero sia visitato da molti batteristi italiani.

Leonardo Rizzo – Bene Tommy, prima di lasciarci, so che ti avranno fatto questa domanda molte volte, ma hai qualche consiglio da dare a coloro che vogliono fare della batteria la loro professione?
Tommy Campbell – Seguite i vostri sogni, fate quello che volete fare cercando di creare un progetto preciso. State concentrati sul vostro obiettivo perché spesso le persone possono portarvi su una direzione musicale che non è quella giusta per voi. Non cercate di essere i migliori, ma pensate a migliorarvi sempre perché non importa quanto bravi siate…ci sarà sempre qualcuno più bravo di voi. Fatelo per divertimento e non per soldi…se lo fate divertendovi i soldi arriveranno….almeno credo! (Risate N.d.R)

Leonardo Rizzo – Grazie Tommy! A presto
Tommy Campbell – Grazie a voi! Ciao

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