Un’esperienza Teatrale

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Può capitare quel giorno in cui sei intento a fare il mix di una batteria che hai appena registrato e ti chiama un tuo caro amico chitarrista che ti chiede di caricare immediatamente lo strumento in macchina e di raggiungerlo in teatro per suonare tre mesi in un musical.

Tu chiedi qualche informazione sulla natura contrattuale del lavoro, sul tipo di impegno richiesto in termini di orari, componenti della band, genere musicale, partiture, ecc. poi carichi la tua Pearl nera nella macchina, ti fai una doccia e ti imbarchi per questa nuova avventura….

 

Un’esperienza Teatrale

Può capitare quel giorno in cui sei intento a fare il mix di una batteria che hai appena registrato e ti chiama un tuo caro amico chitarrista che ti chiede di caricare immediatamente lo strumento in macchina e di raggiungerlo in teatro per suonare tre mesi in un musical.

Tu chiedi qualche informazione sulla natura contrattuale del lavoro, sul tipo di impegno richiesto in termini di orari, componenti della band, genere musicale, partiture, ecc. poi carichi la tua Pearl nera nella macchina, ti fai una doccia e ti imbarchi per questa nuova avventura….

L’impegno è abbastanza gravoso, si tratta infatti di suonare tutte le sere (sabato e domenica per due spettacoli consecutivi) per un importante musical di Broadway, con all’attivo più di 170 repliche nel nord Italia e appena sbarcato a Roma: ‘Priscilla – la regina del deserto’.

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Avevo già lavorato diverse volte per i musical, ma quasi sempre per registrarne le basi in studio: Hair Spray, La Bella e la bestia, Cenerentola e recentemente Full Monty (proprio in questi giorni in programmazione al teatro Sistina di Roma).

So più o meno come funziona: come sono scritte le partiture (a volte chilometriche), l’importanza delle dinamiche, cosa significano termini come “Mark Tree” o “Bows”, sono consapevole del fatto che spesso ci sono cambi di tempo repentini all’interno dello stesso brano, credo quindi di poter essere abbastanza tranquillo, anche se dovrò leggere tutto a prima vista perchè è il primo giorno di prova e il loro batterista iniziale ha appena dato forfait lasciando “scoperto” il suo posto.

Dopo un paio d’ore sono li, intento a conoscere il direttore musicale Fabio Serri di Milano, i ragazzi della band, i fonici e tutta la “truppa” e mi affretto a montare il drum set.

Non sapendo bene cosa c’è da suonare e a quale volume, ho portato un set abbastanza versatile composto da:

Pearl Mastercustom nera in acero con:

Bass Drum 22×18, tom 10 e 12, timpano 16, rullante 14×5 e uno di scorta più “cafone” (che è quello che ho poi adottato) con misure 14×8!

Il set di piatti, tutti Sabian, è composto da hi-hat medium 14, crash 17 e 18, ride 20 e splash da 8.

Nel giro di pochi minuti, sono nel gabbiotto (l’orchestra suona in “buca” sotto al palco) ad accordare lo strumento e a fare i suoni. Fortunatamente i fonici sono molto bravi e veloci, quindi facciamo prestissimo.

Per il monitoraggio abbiamo tutti in dotazione degli Aviom, che sono una specie di mixer digitali, attraverso i quali ogni musicista può controllare il volume e il pan-pot di tutti gli strumenti:

voci, sequenze, click e voce del maestro.

Visto che in questi casi è molto importante avere un ottimo ascolto, è una fortuna avere la possibilità di poterlo aggiustare da soli in ogni momento e poterlo personalizzare al meglio in base alle nostre esigenze.

Iniziamo le prove (dal settimo brano perchè i primi 6 li avevano già provati con l’altro batterista) e tutto fila liscio, prendo appunti, cerco di capire i punti dove devo essere incollato alla partitura, quelli dove contare suddividendo in ottavi o in quarti e soprattutto quando è indispensabile guardare il maestro perché magari chiama degli attacchi o dei finali “a vista”.

Il 95% dei brani (che sono circa 40), ha delle sequenze e un click da seguire e c’è da suonare a volume alto, visto che molti brani sono dance o rock.

Ho pensato di condividere questa piccola esperienza con voi lettori, in quanto suonando in questo contesto, mi sono reso conto che esso comporta molte difficoltà tipiche del lavoro del batterista “turnista”, mi è sembrata quindi una buona occasione per aiutarvi a focalizzare l’attenzione, su alcuni punti salienti su cui si DEVE lavorare se si decide di intraprendere questo mestiere:

StefanoMarazzi UnEsperienzaTeatrale1La lettura:

Avere una buona preparazione sulla lettura delle partiture, oggi è un requisito molto importante.

Questo anche perché generalmente i budget a disposizione delle produzioni sono sempre più bassi e spesso ci si trova ad avere pochissimo tempo per fare le prove.

Una buona capacità di lettura ha anche il vantaggio di consentirci di essere più rilassati quando suoniamo e di poter essere più concentrati su altri aspetti del nostro lavoro.

Teniamo presente che un batterista che spesso sbaglia a leggere le figurazioni e che non riesce a contare correttamente una struttura, anche se tecnicamente bravissimo, difficilmente riuscirà ad avere la fiducia da parte dei suoi colleghi.

 

L’interpretazione e versatilità:

data la natura stessa del nostro lavoro, è fondamentale avere le capacità tecniche e “culturali” di sapersi “calare” al meglio in ogni stile musicale ci venga richiesto.

In questo tipo di lavoro infatti possiamo trovarci di fronte a brani di genere molto disparato: rock, swing, country, latin, ecc., dobbiamo sapere come suonare questi stili a livello di coordinazione e di interpretazione, quali fills sono più appropriati per ognuno di essi e a quali dinamiche vanno suonati.

Uso di spazzole o di altri battenti che non siano necessariamente le bacchette tradizionali, conoscenza delle tecniche di base per l’utilizzo di piccole percussioni come shaker, tambourine, wind chimes ecc. sono altri requisiti che possono fare la differenza tra un batterista e l’altro in alcuni contesti.

Il timing e suddivisioni:

ovvio ma non scontato: la batteria deve portare il tempo(!) è fondamentale avere un timing solido, essere precisi sul click e saper suonare bene a tempo anche senza di esso, riuscire ad integrarsi bene con le sequenze e le percussioni campionate, non avere difficoltà nel passare repentinamente ad esempio da velocità di 136 bpm a velocità di 100, riuscire a seguire correttamente un “rallentato” mantenendo la precisione sul click e l’interplay con gli altri muscisti.

Importantissimo anche saper passare agevolmente da figurazioni binarie a figurazione ternarie, magari all’interno di uno stesso fill scritto.

Il suono:

Spesso sottovalutiamo l’importanza di avere un buon suono sullo strumento, mentre è di importanza vitale nella stragrande maggioranza dei contesti musicali.

la batteria non è come una tastiera elettronica, bisogna farlo il suono!, e questo in primis non dipende dal fonico ma da quello che tirate fuori dal vostro strumento (anche se ovviamente un cattivo fonico può rovinare ogni vostro sforzo in questo senso).

I volumi dei vari componenti del set devono essere bilanciati a livello di volume, di “pasta” sonora, di sustain e bisogna fare attenzione a non avere troppe risonanze, scegliendo magari un compromesso tra quello che è il nostro suono “ideale” e quello che può semplificare la vita dei tecnici che lavorano con noi.

Ricordate che il vostro sound risente molto dei materiali e dalle misure usati ma anche moltissimo dall’ambiente dove state suonando, quindi lo stesso set può avere un suono in un ambiente e uno completamente diverso in un altro!

Scegliere la strumentazione adeguata e soprattutto saperla accordare, faciliterà il vostro lavoro, quello dei fonici e contribuirà in grande parte alla buona riuscita musicale dello spettacolo.

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Capacità di concentrazione e preparazione psico-fisica:

Requisiti molto importanti quando per innumerevoli volte vi troverete a dover suonare gli stessi identici brani anche per quasi sei ore al giorno, sei giorni a settimana.

Spesso è proprio nel momento in cui siamo più sicuri di noi e della nostra preparazione, che tendiamo ad abbassare la “guardia” e prestare il fianco a stupidi errori di distrazione che possono essere anche difficilmente recuperabili in un contesto dove tutto è studiato in funzione di battute degli attori o di coreografie dei ballerini.

Bisogna sviluppare la capacità di suonare le proprie parti sempre con la stessa attenzione che metteremmo nel suonarle per la prima volta.

Altro aspetto da non sottovalutare è che pur cercando di applicare tutte le più moderne tecniche per ottenere il massimo risultato prestazionale, col minimo sforzo, il nostro strumento è pur sempre molto “fisico”, di conseguenza specie in contesti dove è richiesta molta intensità sonora, è importante avere una buona preparazione fisica di carattere aerobico e di resistenza muscolare.

Nella speranza di poter essere stato di aiuto a qualcuno di voi, un saluto a tutti i lettori di Planet Drum!!!

 

Stefano Marazzi:

Molto attivo in produzioni discografiche, teatrali, colonne sonore per films e fictions, trasmissioni televisive per le reti RAI, Mediaset e Sky.

In TV o in teatro, nel corso degli anni ha occasione di accompagnare dal vivo artisti come: Claudio Baglioni, Gigi D’Alessio, Antonello Venditti, Renato Zero, Fiorella Mannoia, Samuele Bersani, Biagio Antonacci, Fabio Concato, Ron, Mango, Gaetano Curreri, Chiara Civello, Gatto Panceri, Emma Marrone, Simone Cristicchi, Alessandra Amoroso e molti altri.

Tra le sue principali collaborazioni:

Pino Daniele, Mario Biondi, Fiordaliso, Gazebo, Marco Armani, Amii Stewart, Serena Autieri, Giorgio Panariello, M° Vince Tempera, M° Pinuccio Pirazzoli, M° Federico Capranica,

M° Franco Piersanti, M° Emanuele Friello, M° Sandro Comini, M° Nicola Colabianchi,

M° Stefano Caprioli, “Amici” Live Band, “Ti lascio una canzone” live Band (USA Tour 2012).

Molto attivo anche dal punto di vista dell’insegnamento:

Dal 2004 al 2007 è insegnante e coordinatore didattico della facoltà di batteria, presso l’UNIVERSITA’ DELLA MUSICA di Roma

Dal 2005 al 2007 è docente e responsabile didattico dei settori batteria e percussioni, per il progetto MUSICORIENTA creato M° Vittorio Nocenzi.

Attualmente è docente presso le scuole CENTROTTAVA, PERCENTOMUSICA, MUSIC RANCH e PEGASO PROGETTO SUONO di Roma, coordinatore didattico per l’ UNIVERSITA’ POPOLARE di arte e spettacolo e insegna privatamente nel suo home-studio.

Endorser ufficiale Pearl, Sabian, Vic Firth, Drum Art, Evans

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Categorie: Lezioni