VINTAGE- C’era una volta…..
T.T.T. ovvero le tre T del vintage DDR
VINTAGE- C’era una volta….. Eccoci al nostro secondo appuntamento con la rubrica sul “vintage” . Ringrazio tutti per le parole ed i commenti sul primo capitolo, sto ancora cercando di capitalizzare tutti i vostri suggerimenti. Come avrete capito dal titolo, questo mese ci occuperemo delle tre T della Ex DDR :
TROMSA,TROWA e TACTON
Queste tre ditte, sconosciute ai più, sono state fin dagli anni ’50 attivissime nel mercato dell’est europeo, ritagliandosi il loro posto nel mondo del “vintage” di questi anni. Ma andiamo per ordine.
TROMSA
La Tromsa era un marchio di tamburi e di strumenti a percussione. Come molti altri produttori tedeschi (Trixon, Deri, Korrii, Rimmel, ecc.), dopo le inondazioni del mercato di origine asiatica, non riuscì a sopravvivere perché la qualità dei prodotti non era delle migliori, soprattutto nella costruzione dei fusti in legno economico.
TROMSA era l’abbreviazione di TROMmelbau SAttler, la sede era a Rüsselsheim e negli anni ‘60 si appoggiò alla ditta di pelli in plastica RKB . Successivamente vennero prodotte pelli col nome proprio (TROMSA plastic Drumhead) dopo l’assorbimento della RKB.
I tamburi erano fatti di legno compensato con sottili anelli di rinforzo e ricoperti con i tipici “Pearl”, classici degli anni cinquanta e sessanta, con relativi effetti “Glitter”. Le meccaniche, i cerchi, i tiranti, i blocchetti e le aste erano tutti composti in lega leggera, simile al tipo “Zama” utilizzata anche dalle nostre Hollywood. Il suono è, come suggerisce la struttura, profondo ma dotato di una risonanza piuttosto marcata. La produzione finì intorno agli anni settanta.
Vintage
TROWA
TROWA
La ditta Trowa è tra le tre la più sconosciuta nonché la più ostica per quanto riguarda le ricerche.
Nasce nel 1909 da Otto Link. Come si vede parliamo ancora della famiglia Sonor e, originariamente, era una ditta di piatti che operò come tale fino alla metà degli anni settanta. Iniziò la produzione di percussioni all’incirca verso il 1920 per conto della Sonor, per poi dividersi dalla stessa dopo la seconda guerra mondiale.
Come per la Tromsa, anche qui la strumentazione prodotta dopo il 1946 è di fattura economica ma con evidenti segni di sperimentazione, soprattutto per le aste, con sistemi di apertura e chiusura molto originali.
I fusti sono pero più solidi rispetto alle altre due ditte, senza cerchi di rinforzo, con una buona sonorità e un buon volume. Le linee proposte erano parecchie, tra cui una versione Latin con cassa, due bongos e un rullante, molto simile ad alcuni prodotti americani dell’epoca.
TACTOON
TACTON
La fabbrica della Sonor di Fordheim fu costruita dal governo della ex DDR e rinominata come TACTON. Nel momento storico di massima crisi, solo due reparti Sonor di circa 150 dipendenti riuscirono a fuggire in Occidente. Praticamente nel 1946 i tamburi Tacton erano, a tutti gli effetti, dei tamburi Sonor. Nel prosieguo degli anni la ditta si avvicinò più allo standard economico del regime, cambiando il modo di costruire e usando materiali via via sempre più di bassa qualità ma, investendo molto nel “look” delle proprie batterie.
Anche qui, come per Tromsa, troviamo fusti leggeri con bordi di rinforzo, ma le meccaniche sono decisamente superiori e solide, quasi a ricordare la discendenza Sonor, perciò aste non il lega ma in acciaio resistente ed efficace. Da notare i rullanti, molto simili ai Sonor in Manganese degli anni ‘70, con doppia barra per la retina e cerchi tripla flangia. Le linee erano basate su una decina di modelli, tra cui spicca un surreale cocktail kit con tre tom messi a triangolo. Le idee non mancavano!
La data esatta della chiusura della Tacton è abbastanza oscura: alcune fonti parlano degli anni settanta, altre di una produzione arrivata fino al 1990.
Fortunatamente io posseggo una batteria per ogni tipo di queste tre ditte e devo dire che sono piuttosto rare qui da noi, anche se il valore di mercato non è elevato. Delle tre la Trowa è quella che versa in miglior stato e con tanto di piatti, mentre sicuramente sia la Tromsa che la Tacton hanno dovuto essere ben restaurate prima di poter essere suonate.Tutte e tre hanno in comune la leggerezza e una certa fragilità, ma sono interessanti come timbro e come originalità. Molto particolari da vedere su un palco! Una cosa che comunque colpisce, è la misura dei tamburi: pur essendo piuttosto anziani ed appartenendo a ditte dell’est, sono perfettamente standard, le pelli moderne calzano perfette e non si deve diventare matti nel cercare soluzioni ardue e alquanto fantasiose.
Concludo qui questo nostro secondo appuntamento con la rubrica “Vintage”.
Spero di essere stato ancora una volta di aiuto e, come sempre, per qualsiasi cosa la mia mail è: mauro@perc1713.com .
Ciao a tutti.