WE Will Rock You – Stefano Marazzi
Marco Mammoliti – Ciao Stefano. Sono venuto a conoscenza che da quasi tre mesi stai suonando in Olanda per un musical importante.
Ti andrebbe di parlarne con noi di Planet Drum?
Stefano Marazzi – Certamente!
MM – Allora partiamo dal Musical: “We Will Rock You” è un musical basato sulle canzoni del gruppo britannico Queen, scritto dai Queen stessi e che prende il nome dall’omonimo successo del gruppo. Come è iniziata questa avventura?
SM – Sapevo da tempo che sarebbe partito questo Musical e che una delle protagoniste sarebbe stata la rockstar Anastacia. Ho avuto conferma che sarei stato parte della band all’inizio della scorsa estate mentre ero in vacanza e ho ricevuto una telefonata nella quale il direttore musicale mi preannunciava che sarei stato contattato dalla produzione.
I Queen sono stati uno dei gruppi che più ho amato da ragazzo, Anastacia un’artista che ho sempre apprezzato moltissimo. Suonare con lei i brani dei Queen è davvero una cosa meravigliosa e sono felice di poter dare il mio contributo in questa meravigliosa produzione.
MM – Anastacia ricopre il ruolo di Killer Queen. Una conferma importante anche per alzare il livello dei musicisti chiamati in campo. Complimenti questo ti fa onore a mio avviso.
SM – Ti ringrazio. Come dicevo sono molto felice di essere stato scelto per questo lavoro. Collaboro con la Peeparrow (la casa di produzione) e con Emanuele Friello (il direttore musicale) da parecchi anni ormai e ne vado fiero perché rappresentano una solida realtà con la quale non ci sono mai state brutte sorprese.
Insieme a me ci sono i miei amici: Emanuele Friello (direzione e tastiere), Pino Saracini (basso), Simone Gianlorenzi (chitarre), Andrea Inglese (chitarre), Federico Zylka (tastiere), Enrico Scopa (tastiere). Siamo una squadra ben rodata visto le avventure che abbiamo già condiviso nel corso degli anni e fin dalle prime prove Anastacia si è dimostrata molto soddisfatta del nostro modo di suonare.
MM – Siete per la prima volta in Olanda. Emozionante no?
SM – Il Musical, per questa stagione, è indirizzato esclusivamente al pubblico olandese e devo dire che ho avuto ampiamente modo di apprezzare le bellissime cose che questo paese ha da offrire. Abbiamo suonato ad Amsterdam, Hengelo, L’Aia, Apeldoorn e Groningen. Le ultime tappe saranno Heerlen (dove siamo ora) e Breda, per un totale di circa 72 repliche.
Anche se nel corso degli anni ho avuto modo diverse volte di suonare all’estero è la prima volta che lo faccio in un contesto di musical teatrale. Gli Olandesi in particolar modo hanno un approccio a questo tipo di lavoro molto metodico e organizzato che apprezzo parecchio. Mi fa piacere, di contro, che essi invece siano rimasti impressionati dalla passione e dal calore che esprimiamo quando suoniamo. La risposta del pubblico è stata a dir poco inaspettata e la band ha ricevuto davvero tanti apprezzamenti.
MM – “We Will Rock You” è un’avventura futuristica con 24 dei più grandi successi del leggendario gruppo rock Queen. La storia, scritta da Ben Elton, si svolge in un’epoca in cui la musica dal vivo e gli strumenti musicali sono proibiti.
Ma il giovane Galileo si ribella e combatte contro l’onnipotente compagnia che controlla le loro vite e prescrive una dieta di musica pop prodotta digitalmente. Da un punto di vista tecnico le 3 ore di musica che accompagnano il Musical sono impegnative dato che si svolgono interamente con le sequenze!
Quanto incide questo nella preparazione e nella esecuzione dello spettacolo?
SM – come ho già detto nella precedente intervista e spesso ribadito, suonare in un musical è veramente molto diverso dal suonare in qualsiasi altro contesto musicale. Oltre alle difficoltà tecniche dovute ai repentini cambi di tempo, ai rallentati o ai fill “di servizio” che capita di dover suonare magari solo per accompagnare parti di un recitato, suonare per mesi, anche due volte al giorno lo stesso spettacolo, può diventare noioso o addirittura frustrante.
Fortunatamente per me non lo è e, anche se la giornata “no” può capitare, mi diverto sempre a fare quello che faccio e questa cosa il pubblico la percepisce.
Il 99% dei brani che suoniamo, come giustamente fai notare tu, è supportato da sequenze ma, per quanto mi riguarda, questo non rappresenta una limitazione anzi ritengo sia cosa essenziale per arricchire la “pasta sonora” di alcuni brani con archi, percussioni elettroniche o montagne di cori e, perché no, per aiutarci a mantenere “l’ordine metronomico” durante le esecuzioni.
MM – Replicare i fraseggi di Roger Taylor immagino non sia stato semplice. Come ti sei preparato per ottenere lo stesso groove?
SM – Roger Taylor è un batterista veramente particolare. Il suo modo unico di usare l’hi-hat e di interpretare brani puramente rock con fraseggi che ricordano in alcuni casi generi musicali davvero lontani da questo mondo sonoro (pensiamo a Bohemian Rapsody ad esempio), mi ha sempre affascinato e non nascondo che ho dovuto fare un gran lavoro di ascolto dischi e visione concerti per entrare in quel tipo di “mood”.
Per quanto riguarda i suoni, mi è stato richiesto di essere il più fedele possibile agli originali ma al contempo di mantenere le misure del Drum-set entro “certi termini” per ragioni di spazio sul palco a disposizione della band.
In altre parole, niente cassa da 26 pollici e niente tom giganteschi!
La band è stata piazzata su due pedane rotanti, che entrano in scena girando, solo per la metà della durata dello spettacolo.
Su ognuna di esse siamo in tre.
Per praticità ho scelto di montare un rack per tom e piatti al fine di occupare meno spazio possibile con le aste a terra.
La batteria è una Ludwig di misure standard con cassa da 22”, Tom 10” e 12”, timpani a terra da 14” e 16”.
Il rullante è un 14”x6,5” in alluminio.
Vorrei approfittare per ringraziare Gianluca Aramini per il supporto con Vic Firth e Ludwig e, soprattutto, Gianluca Cesarii e Arabella Semplici della FBT (distributore italiano Sabian).
Proprio i ragazzi di FBT mi hanno dato modo di sperimentare e di trovare i suoni più adatti a questo tipo di show nonostante Taylor con i Queen usasse un altro marchio di piatti.
Devo dire che non è stato affatto difficile riprodurre certe sonorità con Sabian vista la gamma di prodotti di cui questa casa dispone. È bastato scegliere.
I piatti che sto usando sono davvero magnifici a partire dal Hi-Hat da 15” HHX Evolution.
I crash sono da 15” 17” 19” (AAX e HHX) + un Ozone crash da 16”.
Il Ride è da 20” AAX e i due China, accattivanti e scenografici posti quasi alle mie spalle, sono da 19” e 22” (sempre AAX e HHX).
MM – So che la scorsa estate hai registrato l’intero musical all’interno del tuo studio. Vuoi spiegarci cosa ha comportato ciò e quanto sia diventato oramai fondamentale per un professionista munirsi di attrezzature e uno studio privato?
SM – Appena firmato il contratto ci sono state inviate le parti e ci è stato chiesto di registrare tutti i brani per consentire al cast di iniziare a provare le scene.
Fino a qualche tempo fa quando capitava di dover fare un lavoro del genere, venivamo convocati in studio e passavamo giornate intere a registrare tutti insieme.
Adesso invece, essendo tutti attrezzati per registrare autonomamente, possiamo tranquillamente lavorare da casa senza bisogno di metterci nel traffico e di dover montare e smontare batterie e altri strumenti, fare i suoni, ecc.
Grazie all’attrezzatura altamente professionale di cui dispongo, riesco a spedire dei bounce “lavorati” che vengono inseriti direttamente nel mix finale, facendo risparmiare alla produzione oltre ai costi dello studio anche il tempo necessario a mixare le batterie.
Faccio corsi di home Recording da diversi anni ormai e uno dei progetti che vorrei portare avanti è proprio quello di fare delle Master class itineranti nelle quali spiego come al giorno d’oggi queste tecnologie siano veramente alla portata di tutti e come sia importantissimo per un professionista, avere approfondite conoscenze anche in questo settore.
MM – Grazie per il tuo tempo e spero di poter assistere presto a qualche tua esibizione.
SM – Grazie a voi, nuove cose bollono in pentola e sono sicuro che ci sarà presto occasione. Alla prossima!